
Domenica 20 marzo si terrà al MAXXI, Museo nazionale delle Arti del XXI secolo, il primo Festival Famiglia Punto Zero un appuntamento utile ad approfondire i cambiamenti culturali, psicologici, relazionali e di ruolo in atto nelle famiglie moderne.
Il festival – racconta una delle ideatrici, Santa Di Pierro – nasce sotto un segno femminile. Un giorno, infatti, chiacchierando con quattro amiche al bar parlavamo di quanto manchi in Italia e a Roma un movimento di cultura della famiglia inteso in senso laico e moderno. Famiglia punto zero da idea si è trasformato in evento grazie al supporto di More Comunicazione, un’agenzia tutta al femminile di professioniste che si stanno occupando della parte logistica. Senza di loro questo festival sarebbe ancora e soltanto un’idea”.
Per partecipare è possibile prenotare conferenze ed eventi per bambini direttamente dal sito. Con un biglietto i figli dell’adulto che assiste agli incontri in auditorium può partecipare a una sola attività del programma bambini previa prenotazione obbligatoria da fare sempre attraverso il sito. I bambini dovranno sempre essere accompagnati da un adulto se hanno meno di 6 anni mentre se hanno più dei 6 potranno partecipare alle tante attività laboratoriali in autonomia.
Perché al posto dei soliti 2.0 e 3.0 il festival ha solo un .0?
Il festival – continua Santa di Pierro – nasce da una semplice osservazione: la famiglia in cui siamo cresciuti è molto diversa dalla famiglia che stiamo costruendo. E’ diversa nelle sue relazioni interne e nei ruoli, così come nel contesto e negli strumenti di comunicazione e informazione. Intrecciando a questa osservazione un’analisi della presenza sul web dei vari attori sociali legati alla famiglia (genitori, insegnanti, psicologi, adolescenti, giornalisti sensibili a questi temi, fino ad arrivare al mondo della letteratura e del cinema) mi sono resa conto che il web “abitato” restituisce un’immagine davvero reale di quello che è famiglia oggi. Molti sono i gruppi, le comunità, i blog, i portali che discutono quotidianamente di temi relativi alle dinamiche e ai cambiamenti familiari. Molte sono le domande che i genitori in primis si fanno, e moltissime sono le risposte che si trovano facendo una ricerca attenta in rete. Tuttavia il web è un mare in cui ci si può perdere; abbiamo pensato così che creare un appuntamento reale per fare il punto della situazione portando in un format come quello del festival le discussioni, le suggestioni, gli approfondimenti su tematiche che i genitori affrontano quotidianamente attraverso i social e il web in generale poteva essere una bella occasione di crescita. Famiglia punto zero è un titolo che tenta di “svecchiare” il nome “famiglia” dandole un mood tecnologico ma non vuole legarsi a una idea troppo tecnica che il 2 o 3.0 le avrebbe dato. Famiglia – nel nostro caso – rimarrà una costante.
Quale la maggiore difficoltà a tuo avviso dei genitori analogici con figli digitali? Dagli incontri del festival emergeranno consigli utili?
La maggior difficoltà è certamente l’uso che noi genitori facciamo degli strumenti digitali, le nostre paure dovute a una scarsa conoscenza di uno strumento che stiamo imparando a conoscere da relativamente pochi anni oltretutto venendo fuori da dinamiche cognitive e comportamentali assai diverse. Questo corto circuito prende fuoco quando entriamo in contatto con i figli che invece nascono con l’idea che lo smartphone, il computer, il web siano la cosa più naturale del mondo. La famiglia deve re-imparare una grammatica tutta nuova rispetto a questo. Il Festival ha come obiettivo quello di approfondire, informare, capire, ascoltare. Dal festival emergeranno certamente consigli utili. Prevediamo una parte in cui dalla platea si potranno fare domande ai nostri ospiti e sono certa che nessuno uscirà dall’incontro senza aver segnato – a penna o sul proprio smartphone -un consiglio!
Le mamme oggi sono più agevolate di quelle di un tempo grazie alle tecnologie? O l’iperconnessione invece che aiutare sta togliendo un po’ del rapporto stretto con i figli?
Non ho dubbi: sono più agevolate grazie alle tecnologie. Attraverso la tecnologia si informano, mantengono relazioni, riescono a lavorare in situazioni prima impensabili. L’iperconnettività non è un problema della tecnologia in sé – che non è né giusta né sbagliata – essa ha a che vedere con il modo con cui siamo abituati a usare le cose. E’ un problema più relativo alla psicologia, alla gestione personale del proprio tempo. Io personalmente sono abbastanza connessa e ho un rapporto strettissimo con le mie bambine, nonostante la rete abbia un forte potere attrattivo riesco a marcare delle “zone franche” in cui la tecnologia è off. Le mie figlie sanno, soprattutto perché mi vedono farlo, che – per dirne una – a tavola non si usa il telefono, che il momento della tavola è sacro.
3 motivi per cui una famiglia dovrebbe venire al festival
- Perchè Famiglia punto zero è il primo festival laico sulla famiglia, il primo appuntamento in cui si potranno approfondire alcuni temi di interesse ascoltando alcuni tra i relatori più interessanti e preparati sugli argomenti che interessano i genitori, gli insegnanti, gli operatori del sociale;
- Perchè con l’acquisto del biglietto di soli 5 euro sosterremo tutti insieme una campagna di SAVE THE CHILDREN – Illuminiamo il futuro – per contrastare la povertà minorile;
- Perchè il MAXXI è un posto molto bello, vale la pena vederlo e passare una giornata con la famiglia facendo insieme qualcosa di bello e utile.
Famiglia Punto Zero: il primo festival per le famiglie che cambiano https://t.co/ZxBvvak9H2 https://t.co/jCEPdUKjM2
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