Con l’antica arte degli origami un foglio di carta può diventare quasi tutto. Ma nell’età moderna, questa pratica è andata ben oltre barchette e rane. Combinando la piegatura della carta e la tecnologia, scienziati e ingegneri utilizzano questa forma d’arte per contribuire a plasmare il futuro.
“Origami” deriva dalle parole giapponesi “ori” (carta) e “kami” (piegatura), ma ormai è un termine utilizzato da qualsiasi cultura per indicare le pratiche di piegatura della carta.
Si parte con un foglio di carta piatto e, utilizzando diverse tecniche di piegatura e sagomatura, nasce una scultura. Questa attività può essere piacevole, terapeutica e stimolante, ma è più che un semplice hobby.
Un recente articolo di Qz ha destato al mia curiosità, soprattutto quando racconta il legame tra origami e scienza.
“Quando capisci come si piega la carta, puoi applicarla ad altre cose“, ha dichiarato a Great Big Story Robert Lang, un ex fisico della NASA che ha lasciato il suo lavoro per dedicarsi all’origami a tempo pieno.
Dai robot auto-pieganti alle stazioni di ricerca portatili, i principi di base degli origami si sono dimostrati fondamentali per il progresso tecnologico.
Origamibot
Nel 2014 è stato creato il primo robot automontante che potesse funzionare senza operatore, basato sull’arte dell’origami.
Samuel Felton, all’epoca studente universitario ad Harvard che progettò il robot, disse al New York Times che sperava che i tavoli tipo Ikea si potessero assemblare da soli, o che i computer potessero presto usare la matematica che sta dietro agli origami per costruire bot ancora più complessi.
E così è successo. Nel 2016 i ricercatori del MIT hanno creato un robot origami ingeribile fatto di carne in grado di svolgere compiti all’interno del corpo una volta che si è spiegato.
Nel 2017, un team del MIT ha anche creato degli esoscheletri per robot origami, che consentirebbero loro di cambiare forma per completare diverse attività.
Verso l’infinito e oltre
Origami è già, letteralmente, fuori da questo mondo. L’esperto di origami Robert Lang, l’ex fisico della NASA sopra citato, ha usato le sue tecniche di piegatura per progettare strutture compatte, pieghevoli ed espandibili che possono essere inviate nello spazio in razzi o satelliti.

Ha anche scritto un programma software, TreeMaker, per elaborare modelli di piega per i suoi modelli di origami più complessi.
A ottobre 2018 il progetto Euro Moon Mars ha completato prototipi di habitat per l’uomo e stazioni di ricerca su altri pianeti basati su origami. Secondo i ricercatori, queste strutture sono leggere e possono essere riutilizzate in diverse configurazioni, rendendole ideali per l’esplorazione intergalattica.
Di habitat e origami ne parla anche Adrian di link4universe
Origami, dinamiche educative e didattica
Ci sono molti libri ed eventi a riguardo. Il CDO, centro diffusione origami, organizza i convegni e partecipa a simposi internazionali su Origami, dinamiche educative e didattica, rivolti a insegnanti, educatori ed operatori sociali.

Le potenzialità di questo strumento non si ferma alla geometria, come facilmente intuibile. È possibile infatti utilizzare le pieghe della carta per spiegare e visualizzare concetti algebrici quali le potenze e le loro somme o i prodotti notevoli.
Questo strumento è dunque adatto a una didattica inclusiva e innovativa che riprende i concetti del “learn by doing” e del “visual learning”.