Essere produttivi e lavorare da casa non è sempre sinonimo di produttività per noi freelance. Anche se ci siamo organizzati con una stanza tutta per noi, la solitudine e la monotonia sono a volte cattive compagnie che non ci permettono di lavorare come vorremmo.
Negli ultimi cinque anni ho sempre lavorato come freelance, soprattutto da casa. Una scelta che è arrivata quasi da sola, e mi ha sempre permesso di poter conciliare vita lavorativa e familiare. Non sempre però riesco ad essere produttiva come vorrei.
A lungo andare ci si stanca, si ha voglia di avere qualcuno con cui condividere chiacchiere e considerazioni. Qualcuno che ci sproni o ci aiuti a essere costanti e produttivi, senza perdere tempo distraendoci tra faccende domestiche o chiacchiere sui social.
Spesso su questo magazine abbiamo parlato di tecniche di produttività, remote working, telelavoro. Recentemente ho letto un bel post su questo tema, fornisce suggerimenti molto pratici e realizzabili, e ha per argomento la sanità mentale del freelance. Sì perché a volte mi accorgo che ci sono periodi in cui non ho parlato per più di 10 minuti con un adulto per tutta la giornata. E questo mi porta ad essere iper loquace con la prima persona che incontro il mattino 🙂
1. Preparare la to-do list la sera per il giorno dopo
Ne avevo parlato anche in un’intervista su Tech Ecnonomy. La sera, prima di andare a letto, preparo una sorta di rampa di lancio. Lavorare da casa significa lavorare in un ambiente pieno di provocazioni e distrazioni; siamo distratti sia da cose piacevoli – anche solo sostare a lungo in cucina mentre ci si prepara un caffè – a cosa meno piacevoli – la sedia piena di vestiti da mettere a lavare.
Meglio allora iniziare la giornata sapendo già nel dettaglio cosa fare, quante pause ci possiamo prendere. I vestiti già pronti sulla sedia e la to-do list che ci aspetta sulla scrivania. E la sera prima di addormentarci la nostra mente sa già cosa le aspetta e a volte le idee su come risolvere alcuni problemi arrivano da sole.
2. Creare un rituale di chiusura della giornata lavorativa
Quando si lavora da casa non esiste quasi mai un momento in cui si chiude ufficialmente la porta dell’ufficio e si conclude la giornata lavorativa. I confini tra lavoro e vita personale quasi non ci sono, quando spesso abbiamo proprio bisogno di definirli con chiarezza.
Creare un rituale di chiusura ci aiuta proprio a mettere questi confini, fisicamente e soprattutto mentalmente. Un esempio di rituale di chiusura all’ora stabilita potrebbe essere:
- controllo e aggiornamento del calendario e della to do list
- controllo della casella di posta per vedere se è arrivato qualcosa di veramente urgente
- spegnere il computer – e no, non metterlo in pausa!
- andare in cucina e prepararsi qualcosa di confortevole da bere: da un caffè a una tisana allo zenzero, un bicchiere di birra o uno di vino
3. Vestirsi come se andassimo in ufficio, anche le scarpe
Sembra una cosa priva di importanza, ma lo affermano tutti i guru che scrivono di produttività e self esteem: anche se lavori da casa e non prevedi di uscire vestiti come se andassi in ufficio, anche le scarpe. Per non correre il rischio di stare in pigiama tutto il giorno io di solito preparo i vestiti la sera prima, e a volte mi trucco pure.
È un buon modo anche per rimanere motivati. Se capita di passare davanti ad uno specchio non correremo il rischio di osservarci e ritrovarci in condizioni pietose!
4. Organizzare incontri regolarmente con amici o colleghi
Gli incontri faccia a faccia sono importanti per tutti, anche per gli introversi o gli asociali. Ci aiutano e uscire dalla nostra bolla, scambiare idee e farcene venire di nuove, costruire il nostro network di relazioni che alla fine porta contatti utili per il nostro lavoro di freelance.
5. Non seguire i social in real time, anche se ti senti solo
Ce ne siamo forse resi conto tutte, essere attive sui Social Network non può colmare il nostro bisogno e necessità di interazione sociale. Stare tutto il giorno a casa da sole può indurci a rimanere incollate sulla nostra bacheca di Facebook o a chattare per ore, con la scusa che #èperlavoro. Potrebbe essere anche vero, ma seguire su Twitter in real time vicende come quella del #covfefe non è qualcosa che può servirci a raggiungere i nostri obiettivi professionali. Ci sono tanti modi per rimanere concentrati, io per esempio mi connetto sui Social solo via mobile mentre lavoro, e tengo il telefono lontano o silenziato se devo concentrarmi.
6. Cercare un partner o un mentor che ci monitori dall’alto
Ho sempre lavorato meglio sapendo quando è la dead line. Dal sapere il giorno dell’esame o dell’interrogazione, o il giorno della consegna di un lavoro o di una lezione che devo tenere. Insomma devo sentirmi obbligata, o meglio devo vedere dove si colloca la mia meta. Non è semplice finire un’attività quando siamo noi a darci una scadenza – per esempio, ho iniziato questo post esattamente un mese fa! – Per questo è importante cercare qualcuno con cui collaborare o qualcuno che ci faccia da coach. Non occorre ingaggiare un life coach personale, basta mettersi d’accordo con un amico freelance bravo e determinato.
Aiutano anche strumenti come Asana, Trello, Toggl, Todoist o Stikk, annunciando pubblicamente i tuoi obiettivi.
E ricorda:
Le scadenze sono le migliori amiche del Freelance
7. Avere un lista di attività leggere sempre pronta
Per quei giorni in cui non sei per niente in forma e non hai l’energia o la concentrazione per affrontare le attività più importanti è utile tener preparato un elenco separato di compiti di lavoro meccanici necessari (ma noiosi) pronti per queste occasioni. Poi appena ripresa la marcia e il ritmo si può sempre tornare alle attività che abbiamo nella to do list.
8. Programmare delle pause durante la giornata lavorativa
Credo che l’ideale per un freelance sarebbe lavorare in un coworking vicino casa, siccome molti di noi alla fine scelgono di lavorare da casa diventa ancora più difficile staccare e fare delle pause serie. Spesso si pranza con le mani ancora sulla tastiera, oppure durante la pausa si sbrigano faccende domestiche, tanto che non si possono definire vere pause. Per evitare questo meglio programmare le pause, per esempio utilizzando la tecnica del Pomodoro, in modo che abbiano veramente effetto.
Evoi avete dei consigli da darmi che su di voi funzionano davvero?
Nel frattempo vi segnalo questa interessante ricerca 2017 Freelancing Global Study, con tutti i numeri e le statistiche che riguardano i freelance di tutto il mondo.