
Come stiamo a spreco alimentare? Piuttosto male secondo i dati che ci parlano di un raddoppio negli ultimi 40 anni a livello globale.
E se i dati FAO stimano che il fabbisogno alimentare nel 2050 richiederà un aumento nella produzione agricola del 70%, il dato positivo è che oltre la metà di questo aumento potrebbe essere “recuperato” semplicemente smettendo di sprecare cibo. Il compito chiama tutti all’appello visto che nel nostro paese lo spreco domestico pesa il 43% del totale e costa oltre 25 euro al mese a famiglia.
Si cercano soluzioni e oltre alle leggi – in Italia nel marzo 2016 è stata approvata “Norme per la limitazione degli sprechi, l’uso consapevole delle risorse e la sostenibilità ambientale” – anche gli innovatori si sono messi al lavoro, spesso sul modello d’importanti progetti internazionali, e oggi la tecnologia offre la possibilità intelligente di contribuire quotidianamente a ridurre gli sprechi. Quindi, bando alle scuse e sfruttiamo al meglio la pausa estiva per rendere efficace un buon proposito per il post- vacanza.
Migliorare la gestione degli acquisti
Possiamo dire che tutto parta di lì, dalla capacità di acquistare ciò che realmente ci serve e ci è possibile consumare, controllando le scadenze. Esistono numerose APP gratuite per gestire la spesa, ciascuna con la sua particolarità. Si va da quelle che consentono di gestire la lista delle cose da comperare, di condividerle e sincronizzarle con un’altra persona direttamente da telefono a telefono. Tra queste La mia spesa, My Shopi, Our Groceries (che permette di creare la lista con la scansione del codice a barre) ma anche Out Of Milk o Buy Me a Pie!
E per saperne di più su conservazione dei cibi e scadenze un aiuto arriva dall’utilissima Una buona occasione l’APP prodotta dall’istituto zoo profilattico di Piemonte e Liguria, che cataloga 500 alimenti, suddivisi per dieci categorie alimentari, indicando come conservare al meglio la spesa appena fatta e anche oltre la data di scadenza. Una sezione propone delle ricette antispreco e la sezione lista della spesa.
L’inventiva in cucina è una qualità fondamentale e chi è brav* sa creare piatti miracolosi con ciò che ha a disposizione. Per chi ha meno esperienza (e fantasia) esistono alcune app che propongono ricette in base agli ingredienti che abbiamo in quel momento disponibili.
È il caso di Ricette al contrario l’app, disponibile sia per Android che per IOS, o Eco dal Frigo, sviluppata dall’associazione Mission Bambini, che invece di indicarci gli ingredienti da acquistare per realizzare i piatti, ci consigliano ricette con gli ingredienti che indichiamo disponibili nella nostra dispensa.
La spesa conveniente, solidale e che fa bene all’ambiente
I progetti a questo proposito sono interessantissimi e si propongono di creare valore economico, sociale e ambientale grazie ad un modo intelligente di considerare e gestire le eccedenze prodotte. Ciò che viene sprecato può essere rimesso in circolo e, grazie alla tecnologia, con facilità e in tempi brevi.
Lastminutesottocasa è nato da una semplice osservazione: cosa succede a pane, pizzette, ottimi croissant invenduti a fine giornata? LMSC evita che vadano sprecati, offrendo a negozi, bar, produttori la possibilità di avvisare le persone interessate e di vendere con uno sconto un prodotto che sarebbe di lì a poco un’eccedenza.
Il funzionamento di LMSC è semplice, i clienti indicano in fase di registrazione a che distanza da casa vogliono ricevere le proposte e ogni giorno arrivano le notifiche da chi offre sconti per prodotti freschi invenduti o in scadenza.
Per i clienti c’è il risparmio, per i venditori un guadagno “recuparato”, per il pianeta uno spreco in meno. Un processo in cui tutti vincono qualcosa e che in poco più di un anno ha conquistato la fiducia di negozianti e acquirenti. Non solo, il progetto nato e cresciuto presso l’incubatore I3P del Politecnico di Torino, nei mesi scorsi si è portato a casa (insieme ad altre quatto start UP italiane su diciotto vincitrici) il riconoscimento prestigioso di Impact, uno dei progetti di settore dell’Unione Europea e sta ragionando su più ampia scala.
Per chi è a Milano è possibile trovare molte offerte anche con Myfood la piattaforma che, con mette in rete le eccedenze dei negozi e dei supermercati, per facilitare l’accesso a una buona offerta di prodotti. Un servizio tra i primi nati per permette a utenti privati, rivenditori e/o produttori di offrire liberamente e gratuitamente prodotti alimentari in eccedenza è I Food Share dove chiunque può donare prodotti agroalimentari e metterli in condivisione per evitarne semplicemente lo spreco.
ScambiaCibo propone agli utenti di scambiarsi prodotti già presenti nelle loro cucine e in scadenza, anche qui gratuitamente, mentre Ratatouille, al momento disponibile solo per iPhone, è il frigorifero virtuale in cui indicare i prodotti in eccesso che si vuole donare con l’indicazione della data di scadenza e degli orari in cui è possibile passare a ritirarli. Attraverso la geolocalizzazione, l’app permette di visualizzare su una mappa i frigoriferi più vicini a noi. L’obiettivo è quello di rendere facilissimo scambiare il cibo in eccesso con i propri vicini di casa.
Mirate a trasformare potenziali sprechi alimentari in risorse per aiutare chi si trova in situazioni di precarietà economica ci sono anche Breading che indirizza alle realtà del terzo settore la segnalazione di pane e generi di prima necessità rimasti invenduti a fine giornata presso alcuni esercizi commerciali; per tutti c’è Bring food in cui ciascuno può segnalare il cibo in eccesso che persone ed enti caritativi della sua zona prenotano. Il servizio collabora con la Fondazione Banco Alimentare Onlus ed è molto diffusa.
E per chi organizza eventi potrà essere utile Equoevento il servizio nato a Roma su iniziativa di un’organizzazione senza scopro di lucro, per ridurre lo spreco di cibo durante gli eventi. Il cibo in eccesso dopo un banchetto viene recuperato e donato agli enti caritatevoli.
L’elenco non è esaustivo anche perchè i servizi di questo tipo sono in crescita. Il loro successo è dato dalla capacità di rispondere a un bisogno che, seppur con differenti valenze, riguarda tutti i soggetti coinvolti, generando risparmio (scambiare alimenti ancora consumabili, invece di comprarne di nuovi); coesione sociale (condividere il cibo in eccesso rafforza i legami con conoscenti e non); rispetto per l’ambiente (ridurre le emissioni di CO2, il consumo di acqua e il degrado del suolo necessari per smaltire i rifiuti).
E per non farci mancare nulla, non ci resta che superare la resistenza di poter portare a casa il cibo che avanza al ristorante, abitudine molto diffusa oltreoceano. Molti locali stanno aderendo al progetto Doggy bag, nato dall’idea di due imprenditrici, che offre la dotazione di appositi sacchetti per il trasporto degli avanzi destinati al cane e, ovviamente, non solo.
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