
Michelle Westerlaken è ricercatrice all’Università di Malmö e si occupa dello studio dell’interazione tra uomo e animale mediata dalla tecnologia. L’abbiamo intervistata sul suo lavoro di ricerca e sugli sviluppi della tecnologia in questo campo.
Conosciamo l’interaction design come una disciplina che ci aiuta a rendere più semplice il nostro rapporto con la tecnologia, ma come mai ti sei interessata all’interazione degli animali con la tecnologia?
Sono sempre stata affascinata dagli animali. Da bambina ho trascorso molto tempo a giocare con i miei animali domestici, allo zoo e a guardare documentari e leggere libri e riviste sull’argomento. Mi è risultato naturale perciò, durante i miei studi nel campo dell’interaction e media design, interrogarmi sulle implicazioni della tecnologia per gli animali, da una prospettiva in cui possano essere essi stessi a decidere di prendere parte all’interazione di propria spontanea volontà.
Come affermi nella presentazione di Felino, l’app per gatti che stai sviluppando, esistono già diverse app dedicate a questo animale domestico. Cosa rende la tua diversa dalle altre?
Con Felino abbiamo provato a realizzare un gioco che consenta sia alla persona che all’animale di avere un ruolo attivo nell’ambito dell’interazione. Altri giochi creati per i gatti spesso includono meccaniche che non sono comprensibili per l’animale, come il tempo contingentato e i modi per accumulare punti. In questo senso Felino si configura più come un giocattolo digitale che stimola il comportamento ludico tra la persona e il gatto, senza che si vinca o si perda qualcosa, ma piuttosto con una struttura più aperta, in cui i giocatori possano sperimentare con le meccaniche del gioco.
Al momento stiamo lavorando all’implementazione delle modifiche che sono il risultato della fase di testing. Spero riusciremo a rilasciare il gioco entro la fine dell’anno, ma ciò dipenderà anche dalla disponibilità dell’altra persona coinvolta (Alex Camilleri, N.D.R.), in quanto si tratta di un progetto a cui lavoriamo nel nostro tempo libero.
Cosa hai impararo durante il processo di sviluppo dell’app?
Il design e lo sviluppo di questa app fanno parte di un progetto di ricerca più ampio che ho iniziato nel 2011. Durante questo lavoro ho imparato di più sulle difficoltà della comunicazione con gli animali, sono venuta a conoscenza di alcune interessanti teorie filosofiche e ho sperimentato diversi metodi di valutazione dei miei stessi prototipi. Queste esperienze mi hanno consentito di approfondire il potenziale dell’Animal Computer Interaction come disciplina di ricerca, e spero di poter continuare a imparare e a contribuire a creare nuova conoscenza in questo campo.
Tu e altri ricercatori state sviluppando videogiochi interattivi e giocattoli per animali come cani e maiali, ma anche studiando come altri animali, ad esempio pinguini, pappagalli e polli interagiscano con la tecnologia. Qual è la motivazione scientifica della sperimentazione con animali diversi da quelli di affezione?
Uno degli obiettivi più importanti di questa mia ricerca è contribuire al design, allo sviluppo e alla riflessione sull’interazione uomo-animale mediata dalla tecnologia, in modo che essa possa migliorare o arricchire la vite dell’animale che vi prende parte. Di conseguenza, la decisione del tipo di animale da includere nella ricerca non dovrebbe basarsi solo sulla facilità di reperimento e sulla prossimità dello stesso, ma considerare anche le implicazioni etiche e le opportunità che questo tipo di ricerca presenta. Penso che lo svilluppo di interazioni ludiche per animali che vivono in contesti ambientali artificiali creati dall’uomo, come fattorie, zoo e rifugi, possa aiutarci a ripensare al nostro rapporto con essi e a modificare in modo positivo la loro esistenza.
Cosa vedi nel futuro dell’interazione uomo-animale mediata dalla tecnologia? Cosa ci consentirà di fare e di capire del comportamento animale?
Penso e spero che in futuro vedremo molti nuovi progetti che studino quanto l’interazione con la tecnologia possa essere importante per gli animali. Spero che ciò cambierà in maniera positiva il nostro modo di rapportarci con essi e che nasceranno nuove teorie sul design, il gioco, gli animali e il rapporto che ci lega.
Se volete approfondire la ricerca di Michelle Westerlaken, qui potete vedere il suo intervento a Game Happens, conferenza di game developers tenutasi a Genova a giugno.
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