Zomato

Grazie ad EXPO il 2015 sarà molto probabilmente ricordato come un anno di grande sviluppo delle aziende digitali e non del settore food. Si registrano ormai da un po’ di tempo la nascita o l’ingresso nel nostro Paese di start up che si occupano del cibo e di tutto ciò che ruota intorno a questo mondo.

Cucina Milanese e Lombarda a Milano, ph. Zomato

Cucina Milanese e Lombarda a Milano, ph. Zomato

È disponibile da alcuni giorni nei market italiani Zomato, app di ricerca ristoranti creata dall’omonima start up indiana. Vi rimando ad altre letture per scoprire le circostanze che hanno portato all’approdo dell’azienda sul mercato italiano attraverso l’acquisizione nel dicembre 2014 di Cibando.

Dopo averla testata vorrei invece soffermarmi sulle caratteristiche dell’app che la differenziano da altri servizi analoghi. Innanzi tutto Zomato offre una user experience molto gradevole. Nella pagina iniziale dell’app è possibile effettuare una ricerca libera o sfogliare i ristoranti per categorie tematiche pensate specificamente per la città in cui ci si trova (al momento Zomato è disponibile solo a Milano e Roma, ndr), ad esempio ristoranti tipici milanesi, nel caso di Milano.

Un’altra tipologia di ricerca è quella classica della geolocalizzazione; quando si trova il ristorante è possibile chiamarlo direttamente con un tasto all’interno dell’app, salvarlo tra i preferiti, fare check-in, indicarlo tra quelli che si è visitato e darne una valutazione. Le descrizioni dei ristoranti sono molto dettagliate: oltre alle fotografie del locale, nelle schede di Zomato è sempre presente una o più immagini che mostra nel dettaglio il menù, per evitare spiacevoli sorprese al momento di pagare il conto, orari, carte e ticket accettati e una serie di tag che aiutano ad identificare ulteriormente la tipologia di locale (Wif-Fi, zona per fumatori, posti all’aperto, …). Fin qui niente di rivoluzionario, però.

Ciò che caratterizza l’app è la dimensione di social community per foodie. Utilizzandola infatti si crea un proprio profilo utente e si genera un feed personale in cui vengono salvate tutte le recensioni scritte, le foto caricate, i check-in, e con cui gli altri utenti dell’app o i propri amici possono interagire – se si collega l’app a Facebook e Twitter. Nelle foto caricate vengono utilizzati gli hashtag, è possibile esprimere apprezzamento per una foto scattata da qualcun’altro, commentarla e condividerla; si può anche sapere quante volte è stata visualizzata una nostra foto e taggare gli amici che erano con noi quando l’abbiamo scattata. Tutto queste caratteristiche rendono il feed molto simile a quello di Instagram.

Due sezioni non ancora attive lasciano prevedere la possibilità futura di salvare offerte o pagare la cena direttamente dall’app.

Una sezione del profilo personale, denominata Expertise, mostra il livello raggiunto e i punti acquisiti sulla base di quanto si è contribuito in termini di recensioni e fotografie al miglioramento dei contenuti. Una grandissima rilevanza è data quindi ai contenuti User Generated, ma soprattutto alle interazioni tra gli utenti dell’app e alla condivisione su altri canali, e questo forse alla lunga potrebbe fare la differenza tra un’app scaricata e utilizzata sporadicamente – come tanti altri servizi analoghi – e un vero e proprio social network per foodie.