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Yonderbound è la prima startup dedicata al turismo esperenziale, in grado di riabilitare il concetto di viaggio da semplice itinerario a esperienza e allo stesso tempo creare business.

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Prima ci si preoccupava solo di prenotare l’itinerario più economico o più in linea con le proprie esigenze attraverso siti dedicati o tour operator, ma ciò che rende un “viaggio” tale sono l’esperienza e le emozioni che è in grado di regalare. Ecco perchè Yonderbound permette di narrare la propria esperienza alla community di viaggiatori, di condividerla, di creare valore, vendendo reali esperienze di vita e non semplici viaggi.

Abbiamo intervistato Barbara Muckermann, CEO di Yonderbound, la nuova startup dedicata al turismo esperenziale, che sta modificando il modo di viaggiare e di narrare il viaggio, attraverso la creazione di una vera e propria community di viaggiatori.

1) Cosa si intende per turismo esperenziale?

Il turismo è “esperienziale” per definizione, quello che un cliente acquista, quando compra un viaggio, il viaggio e sempre un’esperienza. Purtroppo la rivoluzione digitale, secondo noi, ha tolto moltissimo valore per il consumatore. Infatti i grandi consolidatori come Expedia e Booking.com sono sicuramente riusciti a rendere gli alberghi e i viaggi più accessibili ma quello che hanno tolto è l’approccio del viaggio come un’esperienza umana unica e meravigliosa.

Guardando i grandi operatori oggi vediamo il viaggio privato degli aspetti esponenziali e ridotti a delle commodities, vendute tanto al kilo sui grandi motori di metasearch. Per questo stiamo costruendo Yonderbound, per creare un sito di viaggio in cui la gente possa comprare le esperienze delle persone (sempre a prezzi molto convenienti :)). Crediamo che questo possa digitalizzare una parte di quel 65% del mercato mondiale del viaggio “leisure” che non prenota online, perché secondo noi, sta cercando qualcosa in più.

2) Come è nata l’idea di Yonderbound

Con le altre due fondatrici di Yonderbound abbiamo sempre lavorato nell’industria del turismo e combattuto ogni giorno contro questa commoditizazione di una delle esperienze più magiche che un consumatore possa vivere. Abbiamo fondato Yonderbound per cambiare questo status quo e muoversi da un mercato ridotto ad un’arbitraggio di prezzi ad un mercato che consenta di reinserire nel mondo digitale la magia del viaggio.

3) Cosa ha spinto tre donne di successo ad intraprendere questo percorso?

Abbiamo capito che e impossibile fare innovazione in grandi società, la realtà è che gli operatori di successo hanno troppo da perdere per rischiare innovazione e questo è assolutamente comprensibile. Noi abbiamo una visione diversa del mercato, vediamo chiaramente un grandissimo spazio che oggi non è presidiato e abbiamo capito che potevamo solo affrontarlo creando una startup.

4) Come funziona la piattaforma?

La piattaforma attualmente online è un Beta, stiamo costruendo la versione “adulta” di Yonderbound che sarà rilasciata quest’estate. La logica di base e che chiunque può raccontare la propria storia di viaggio su Yonderbound e se qualcuno la compra, il creatore di contenuto prende il 70% del margine dell’albergo. Quello che i nostri primi “yonderbuilders” (creatori di contenuto) ci hanno chiesto è di permettergli di aggiungere anche altre esperienze e questo e il modulo che stiamo costruendo.

5) In cosa differisce dalle piattaforme già esistenti?

Siamo gli unici a pagare i creatori di contenuto e saremo anche gli unici a permettere ai creatori di contenuti di aggiungere esperienze ad oggi non prenotabili.

6) La startup ad oggi ha raccolto investimenti per circa 2 milioni di euro, quali i prossimi passi?

Costruire il modulo che ci stanno chiedendo i nostri consumatori.

7) Quali gli obiettivi per i prossimi 3 anni?

Continuare ad ascoltare i nostri user e crescere, allargando sempre di più l’inventario.

8) Un consiglio per le giovani startupper

Non abbiate paura di fallire o fare errori, e assolutamente impossibile creare una startup di successo senza fare errori. Bisogna considerare i fallimenti e gli errori come parte del processo e non farsi scoraggiare. Bisogna essere delle persone ottimiste e che abbiano la forza di presentarsi ogni mattina in ufficio a prendere porte in faccia. Esiste credo una correlazione tra le porte in faccia e il successo di una startup :).

Ma i primi anni sono pesantissimi e non bisogna sottovalutare il costo personale di questa scelta. Trovate anche un mentore, qualcuno che ci sia passato, io sono stata fortunata di averne incontrato uno all’inizio e nei momenti più bui lo chiamo sempre e mi aiuta veramente tanto sentirlo ridere della mia disperazione del momento. La prima volta che siamo rimasti senza soldi a fine mese mi ha chiesto: E la prima volta, ti succederà altre 7 volte prima di venderla a qualcuno, abituatici!!! Ed effettivamente capisci che il trucco, come disse Bill Clinton:

show up every morning and play, and then magic happens“.