
La notizia arriva da uno studio britannico: a giocare sono ormai più le donne che gli uomini, rispettivamente il 52% e il 48%. L’Internet Advertising Bureau (IAB) del Regno Unito ha pubblicato un’analisi che dimostra come il settore dei videogiochi si sta scrollando di dosso vecchi cliché.

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Dimenticatevi dei teenager
Sono le donne tra i 25 e i 44 anni a guidare la “gaming revolution“, spesso attirate dall’offerta di giochi mobile gratuiti come i puzzle game, il genere di maggiore successo. I teenager non hanno ovviamente smesso di giocare, ma ormai i videogame sono così pervasivi in tutte le fasce di età e in percentuale la fetta di torta degli under 18 è appena un 22%.

Distribuzione per età (fonte: IAB UK)
Un trend transnazionale
Il Regno Unito è stato il primo paese a registrare una percentuale femminile superiore a quella maschile, ma i dati rispecchiano una tendenza registrata anche negli Stati Uniti, dove le donne rappresentano il 48% delle persone che giocano (fonte: ESA). La stessa percentuale la si può ritrovare anche nel nostro paese nel rapporto del 2012 (fonte: ISFE).
Un segnale positivo di crescita
Si tratta di numeri che evidenziano un pubblico sempre più eterogeneo che può essere soddisfatto solo con maggiore diversità nell’offerta: un dato fondamentale per un’industria creativa. Secondo Thalita Malagò, Segretario Generale di AESVI, Associazione Editori e Sviluppatori Videogiochi Italiani, si tratta di buona notizia, ma siamo ancora lontani da un traguardo di parità nell’industria.”Il peso sempre maggiore delle donne tra i videogiocatori è un segnale positivo di crescita e di evoluzione del mercato, che sta diventando sempre più ‘mass market’. Per soddisfare la crescente diversità del pubblico che gioca ai videogiochi, è fondamentale tuttavia che ci sia una pari diversità anche nel processo di produzione e che le donne possano dare il loro contributo attraverso diverse storie da raccontare e diverse prospettive da portare nella creazione del prodotto. Sotto questo profilo, oggi le donne che lavorano nel settore dello sviluppo di videogiochi sono ancora una minoranza e, anche se la situazione è migliorata nel corso degli anni, c’è ancora molta strada da percorrere.“
Sono le donne tra i 25 e i 44 anni a guidare la “gaming revolution”. Lo sapevi? Ce ne parla @redpill http://t.co/x0T7GTZbT7
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