L’ebook Voglio scrivere per Vanity Fair racchiude la storia vera di una giovane aspirante giornalista con grandi sogni nel cassetto e una realtà che si discosta molto da quella che vorrebbe vivere. Uno spaccato di vita vissuta raccontata con grande ironia da Erica Vagliengo diventata per molti Emma Travet.

Erica Vagliengo, foto di KristinaGi
Emma Travet è una ventiseienne con contratto co.co.pro., tanta voglia di scrivere per diventare una firma nota, un incarico che le sta stretto in una redazione di provincia e un fidanzato che vuole coronare il tradizionale sogno del matrimonio. Emma Travet è l’autrice Erica Vagliengo, è la giornalista che oggi scrive pezzi per Vanity Fair magari dopo lunga e sospirata gavetta, è una ragazza come ce ne sono a milioni. La storia di Emma, raccontata con un carico di ironia e leggerezza “calviniana” che non è superficialità ma “il planare le cose dall’alto senza macigni sul cuore”, può essere scambiata per romanzo “rosa”. Tanto che Panorama la suggerisce nella lista degli hot & pink da leggere sotto l’ombrellone. Noi lo consiglieremmo proprio perché ha poco a che vedere con il rosa (se non per l’etichetta in copertina) con il quale si connotano i romanzetti “non impegnativi” per sole donne. Lo consiglieremmo per il concentrato di realismo mixato con ottimismo e capacità di colorare di rosa situazioni piuttosto grigie. Capacità che, questo è vero. è forse più frequente trovare nelle donne piuttosto che negli uomini. Abbiamo fatto qualche domanda all’autrice Erica Vagliengo più per capire la storia di un successo editoriale e di marketing che per capire l’ebook che va semplicemente letto.
Perché hai scritto e pubblicato questo libro?
Ho scritto “Voglio scrivere per Vanity Fair “ per raccontare la storia di una ragazza come tante (precaria sì, ma con stile), che si barcamena nella vita di tutti i giorni con ironia e intraprendenza, cercando di realizzare il suo grande sogno.
L’ho pubblicato nel 2009 con la Memori, una casa editrice scovata sul web. Nel 2013 ho deciso di rivedere la storia, aggiornandola per la versione ebook a cura di Goware. Mi piaceva l’idea di renderla interattiva grazie al collegamento con gli hyperlink che rimandano al mondo di Emma Travet (Facebook, Twitter, Instagram, blog, shop su Blomming,ecc…) .
Che ruolo hanno avuto i Social per la sua promozione? Come li hai usati per far conoscere il tuo romanzo?
I social sono stati fondamentali, se non ci fosse stato Internet, niente di quanto ho realizzato sarebbe stato possibile. Nei primi due anni ho promosso il libro usando i social, e-mail, e tutto quando fosse possibile trovare sul web. Questo mi ha portato a far conoscere la mia eroina in Italia e all’estero (ho fatto una presentazione anche a New York). Non è stato difficile, perché all’epoca dovevo seguire solo il blog emmatvanity.style.it e Myspace (da dove tutto è partito).
Con il passare degli anni ho dovuto aggiornarmi, quindi sono passata a Facebook e via dicendo. Ora è un po’ complicato gestire da sola due account Fb (uno personale e l’altro per Emma), due Twitter, G+, Instagram. FriendFeed, il blog, lo shop su Blomming e quello su Depop, i gruppi di scrittura/blog ai quali sono iscritta per promuovere articoli e libro.
Ma devo continuare a farlo io, perché sono fondamentali per far conoscere l’ebook e il progetto emmat. Cerco di usare i social al meglio delle loro e delle mie potenzialità. Al momento sto seguendo anche un corso base di smm e di SEO con un webmaster di Roma, Franco Oliveri.
Quali caratteristiche bisogna avere e cosa bisogna studiare per diventare web writer?
Passione per la lettura e la scrittura, talento, creatività, essere duttili (saper scrivere un post per un blog, per i social, un articolo per un web mag, testi per le guide, recensioni per siti specifici, eventualmente anche un libro), determinazione, aggiornamento costante, nozioni base di smm e SEO, tanta pazienza (per trovare i contatti a cui inviare il cv e i link degli articoli scritti, e per trascorrere ore sul pc a smazzarsi questa parte). Non pensare di farne un lavoro che dia uno stipendio a tutto tondo, ma iniziare come secondo lavoro o lavoretto per arrotondare. Così si evitano cocenti delusioni.
Bisogna studiare o ripassare bene la lingua italiana, anche l’inglese, leggere molto on line i mag e i blog affini agli argomenti che si intende trattare, guide/manuali sul web writing. Aggiungo un plus (ovvio): scrivere ogni giorno e non smettere mai di imparare.
Quali sono i vantaggi che la Rete offre a chi scrive per un magazine on line?
Una visibilità e una possibilità di diffusione che non potresti avere pubblicando su carta. L’ho vissuto sulla mia pelle: dopo dieci anni di giornalismo locale, ho deciso, nel 2012, di lasciare tutto per dedicarmi completamente al web. Ho iniziato con brevi pezzi su notenews.it , poi sono passata a Marieclaire.it, Punkt, Scenario mag, La Rivista Intelligente. Due giorni fa, proprio qui, ho pubblicato un pezzo di costume Consigli per Madame Bovary un po’ pirla. Grazie al numero altro di follower del magazine e alla promozione attraverso i social, ho avuto più di 300 like. Non penso che un mio articolo sul mensile cartaceo locale sia mai stato visto da così tanta gente…
Le 3 app che una web writer deve avere a portata di tablet
Evernote e l’Evernote NoteBook by Moleskine (per importare gli appunti cartacei sull’account omonimo), Calibre per gestire facilmente la lettura di tutti gli ebook, Flipboard per trovare nuove idee quando si è a corto di idee.
Che voi siate sotto l’ombrellone o in montagna, in ufficio a fare un lavoro che non vi piace o ancora sopra i libri a studiare per poter fare la professione che desiderate svolgere fin da bambini, il motivo per cui appassionarsi alla storia di Emma Travet è per rincorrere con tutta la grinta che si può i propri sogni. Fino ad afferrarli, o quasi.
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