A chi non piace ricevere una sorpresa? Io lo adoro, adoro soprattutto scartare un pacchetto, strappare la carta mentre cerco di indovinare il contenuto studiando la forma e il peso: come rinunciare allora ad abbonarmi a un sistema di box?

GEEK BOX

GEEK BOX

E poi apro la scatola e mi godo la sensazione di sorpresa e scoperta di questo oggetto tutto nuovo e tutto per me. Sono sicura di essere in buona compagnia: lo dimostra il fatto che 4 anni fa qualcuno ha pensato di sfruttare questa piccola debolezza così diffusa per delle iniziative di marketing. L’idea di fondo è piuttosto semplice, a pensarci bene, e funziona allo stesso modo che si tratti di prodotti di bellezza, delizie gastronomiche, bottiglie di vino…

Basta abbonarsi a un servizio online per ricevere direttamente a casa propria un pacchetto, diverso ogni mese, contenente una serie di prodotti, della stessa marca o di marche differenti. Nella maggior parte dei casi si tratterà di confezioni campione, più piccole dell’originale, così avremo la possibilità di provare articoli diversi selezionati per noi in base al nostro profilo, il genere di cose che magari non avremmo mai comprato direttamente in negozio, perché non conosciamo il brand o per il blocco psicologico causato dalle confezioni grandi (e se poi non mi piace?). E se poi ci scopriremo ad amare uno di questi prodotti, ci verrà voglia di acquistarlo.

Sulla carta sembra davvero la classica soluzione che accontenta tutti: chi si abbona potrà provare le ultime novità e coccolarsi con una sorpresa nuova ogni mese, chi offre il servizio metterà a disposizione delle aziende un nuovo sistema di marketing, che consente anche un riscontro diretto sui prodotti offerti. L’idea delle “box” pare sia nata nel 2010 negli Stati Uniti, ma ha presto raggiunto anche l’Europa. In Francia è particolarmente diffusa, soprattutto tra il pubblico femminile. In Italia, invece, dopo un exploit iniziale intorno al 2012, ora il fenomeno pare aver notevolmente perso attenzione.

Le “box” più diffuse restano quelle che ruotano intorno al mondo della cosmetica e che spesso consentono di testare prodotti di bellezza personalizzati in base al proprio profilo. In Italia in particolare MyBeautyBox è forse l’esempio più noto, mentre Glossybox, ancora molto diffuso altrove, ha interrotto i servizi nel nostro paese lo scorso febbraio. Stessa sorte è toccata a SugarBox, che al contrario delle precedenti era un’iniziativa tutta italiana, ma che si è arresa di fronte all’insuccesso.

Ma non si vive di solo makeup. In giro per il mondo, e in Francia in particolare (non perché sia il caso più interessante, ma perché è quello che conosco più da vicino), esistono Box davvero per tutti i gusti: amanti degli animali (DoggyBox), “geek” (My Geek box), golosi (eat your box è solo un esempio tra tanti), uomini con la passione per la rasatura “all’antica” (Big Moustache) o amanti dei vini (Trois Fois Vin, tre volte vino). In Francia esiste addirittura un sito che ogni mese recensisce una box diversa: La box du mois (la box del mese).

Ma allora, come mai in Italia ha avuto così poco successo?

Quando ho proposto quest’articolo partivo dall’idea di far conoscere una nuova moda geek che dilaga su Internet. Salvo poi accorgermi che in realtà avevo una visione condizionata dal fatto di vivere in un altro paese. Iniziando a cercare esempi di box disponibili in Italia ho trovato pochissimi casi, in genere legati al mondo dei prodotti di bellezza. Cercando di capirne le cause, mi sono venute in mente diverse risposte: la crisi, la passione per l’esperienza di acquisto in negozio, la tendenza a diffidare di quel che non si può toccare (e diffidare dei servizi postali italiani!),..

Voi cosa ne pensate? Se qualcuno importasse ora in Italia un’idea simile, magari applicandola per esempio alle specialità gastronomiche regionali, vi abbonereste?