
Nato meno di un anno fa, Patreon è un’interessante frontiera del crowdfunding: una piattaforma di raccolta fondi specificamente pensata per le persone creative che producono periodicamente contenuti testuali, audio, video, fumetti o anche videogame. Con Patreon puoi scegliere se ti interessa iniziare una campagna per raccogliere fondi, oppure se scoprire progetti editoriali interessanti a cui offrire il tuo supporto.
Patreon funziona in modo molto semplice. Prendiamo come esempio la campagna di una ipotetica artista che compone canzoni: se decidi di darle il tuo supporto, puoi scegliere di darle un minimo contributo (diciamo 2 dollari) ogni volta che pubblica una nuova canzone. Puoi decidere anche un limite mensile massimo, in modo da tenere sotto controllo le tue finanze senza rinunciare a una certa dose di mecenatismo nei confronti dei creativi in cui credi.
C’è Molly Lewis che scrive canzoni e suona l’ukulele e guadagna oltre duemila dollari per ciascuna canzone pubblicata. La vlogger Nika Harper che scrive storie e poesie e ogni due storie/video guadagna poco meno di 1500 dollari. Patreon sembra essere l’anello mancante tra chi produce contenuti creativi e i fan che supportano la causa; una piattaforma ibrida che unisce caratteristiche di Kickstarter (legato più all’idea di start-up e di prodotto) alle donazioni libere gestite con PayPal.
A differenza del classico crowdfunding, su Patreon i contenuti sono generalmente gratuiti, perché non si sta comprando un servizio o un prodotto. Le donazioni servono esclusivamente per supportare gli artisti preferiti, al fine di donare loro un’autonomia che è ingrediente fondamentale per la creatività.
Il tuo Patreon in 5 passi
I consigli per una campagna Patreon di successo sono molto simili a quelle per Kickstarter, con la differenza che l’impegno non è concentrato in alcuni mesi di lavoro (prima, durante e dopo la chiusura della campagna), ma è costantemente distribuito nel tempo.
Se volete iniziare questa avventura, ecco le cinque regole d’oro per il vostro Patreon:
- Avere un bel video di presentazione, chiaro e della durata inferiore ai 3 minuti
- Compilare il profilo con informazioni esaustive
- Diffondere la campagna su tutti i canali a disposizione
- Parlare con i supporter e condividere contenuti e aggiornamenti
- E ultimo, ma non meno importante, essere sempre trasparenti
Qualche progetto interessante
La cosa che più mi ha stupito di Patreon è il successo che ha avuto negli ambienti più attivisti dell’industria dei videogiochi, quindi non potevo esimermi dal portare alla vostra attenzione le campagne di alcune donne del settore.
- Go Make Me a Sandwich
Anna Kreider è la creatrice del blog Go Make Me a Sandwich, storico punto di riferimento sulla rappresentazione delle donne nella mitologia dei gamer e del marketing. Dopo una lunga pausa – dovuta soprattutto ai continui messaggi di odio di cui era spesso bersaglio – ha ripreso in mano il progetto e ha scelto proprio Patreon per avviare una campagna di supporto. Ha 48 patrons (persone che la seguono e supportano) e guadagna 142 dollari per ogni post sul blog. Proprio qualche giorno fa ha pubblicato un primo report della sua campagna da cui emergono dati positivi. - Critical Distance
Il blog Critical Distance è dal 2009 un punto di riferimento per analisi e approfondimenti sulla narrativa e la scrittura nei videogiochi. Il progetto, promosso dalla senior editor Kris Ligman richiede a lettrici e lettori della webzine, un piccolo contributo per riuscire a mantenere una buona frequenza di aggiornamento. La campagna ha scadenza mensile: ha 172 patrons e attualmente ha un entrata di oltre duemila dollari al mese. Il prossimo obiettivo per la redazione è di raggiungere i 3.000 dollari al mese, in modo da poter garantire uno stipendio minimo per il team. - Cara Ellison
Ottima giornalista e critica di settore, Cara Ellison ha avviato a inizio anno un progetto di critica transmetropolitana, una forma di giornalismo integrato nelle comunità locali di game developer. Da alcune settimane quindi viaggia da una città all’altra d’Europa per vivere qualche giorno insieme a sviluppatrici e sviluppatori indipendenti, raccontando la loro vita quotidiana. Ha 413 patrons e riesce a raccogliere più di duemila dollari per ogni pezzo di approfondimento che pubblica. - Anna Anthropy
Una campagna particolare è quella di Anna Anthropy, game developer e attivista di cui abbiamo già parlato in occasione del suo manifesto; questa volta il contributo richiesto è più consistente (25 dollari, anche se sono accettate anche donazioni minori) ma l’obiettivo è quello di realizzare un gioco al mese. Al momento ha 78 patrons e guadagna 510 dollari per ogni gioco pubblicato.
Oppure?
Se siete alla ricerca di alternative, un’altra piattaforma che offre un’infrastruttura di crowdfunding per progetti creativi – seppur esclusivamente rivolta a scrittrici e scrittori – è Beacon, ma in questo caso l’approccio (e l’interfaccia) è molto più simile a Kickstarter.
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Vorrei capire se possibile che i contenuti restino segreti, non visibili, fino ad avvenuto pagamento. Grazie.