Diventare donne di successo senza rinunce. Sogno o realtà? Questo è il dilemma su cui si trovano pagine intere di giornali e libri. Il talento delle donne (Sperling & Kupfer edizioni, prezzo di copertina 17 eruo) è un libro che non parla solo della problematica in generale, ma esamina i singoli ostacoli consigliando per ciascuno la giusta soluzione.

copertina del libro

Abbiamo intervistato Odile Robotti, autrice del libro che vi consigliamo semplicemente di leggere.

Nel libro non ci sono accenni a “strumenti tecnologici” che possono aiutare le donne se non a far emergere i talenti almeno a lavorare meglio. Quali sono quelli indispensabili secondo te?

Da un punto di vista più strategico, sapersi posizionare con coerenza ed efficacia sui social media è molto importante per tutti, ma per noi donne forse può esserlo ancora di più perché tipicamente non amiamo molto andare in giro a parlare bene di noi stesse e a decantare i nostri successi. Strumenti come Linkedin, che permettono di inserire il proprio profilo e renderlo visibile, sono quindi adatti a farci emergere.
Da un punto di vista pratico, finché purtroppo i carichi di lavoro famigliari e domestici ricadranno principalmente su di noi, ci aiutano tutti gli strumenti che supportano lo smart-work, cioè il lavoro flessibile dal punto di vista del luogo e dell’orario. Permettono infatti alle donne che hanno famiglie giovani di conciliare meglio vita e lavoro senza ricorrere al part-time (che di solito è vista come una scelta limitativa della carriera). Saper usare la tecnologia però non basta, bisogna che l’organizzazione  per cui si lavora aderisca al paradigma dello smart-work con convinzione e non solo a parole, cioè che non penalizzi (nemmeno in maniera implicita) chi lavora in modo flessibile.
Sottolineo che chi usufruisce di formule tipo lo smart-work, deve imparare a usare al meglio tutte le opportunità che si presentano nel tempo che si passa in azienda per condividere conoscenze e obiettivi con i colleghi, cioè deve diventare ancora più abile nel costruire la propria rete professionale e la propria immagine.

Molto si parla di reti. Come possono allora i social media supportare le donne? E quali social privilegiare?

Gli strumenti sono importanti, ma prima di tutto è utile avere chiari i propri obiettivi professionali di breve, medio e lungo periodo e avere in mente una strategia per raggiungerli. Essere presenti sui social senza una strategia, dal punto di vista della carriera, aiuta poco. Anzi, si rischia di dare informazioni che non si sarebbero volute divulgare (come è noto, ormai è routine controllare la presenza sui social delle persone in fase di selezione).
Lo strumento più classico a supporto del networking professionale è Linkedin. Consiglio di investire del tempo per mettere a punto il proprio profilo in modo che supporti la strategia di crescita professionale che ognuna si è prefissata. L’aspetto tecnico è il più banale, quello difficile è scegliere bene le parole chiave da inserire nel profilo,  scrivere un Summary che impatti positivamente chi lo legge. La parte più difficile è riuscire a farsi trovare da chi ci interessa: significa  scrivere il proprio profilo mettendosi dal lato di chi cerca, non di chi scrive. L’altro consiglio è linkare sistematicamente tutte le persone che si conoscono professionalmente.
Anche Twitter è utile per la carriera: serve a essere sempre aggiornate sui propri argomenti chiave e a comunicare la propria opinione, cioè a costruirsi un’immagine professionale di persona competente e in grado di influenzare gli altri e magari può risultare più facile farlo usando uno strumento di micro-blogging. Gestire bene la propria presenza Twitter però porta via un po’ di tempo e di energia…va valutato caso per caso se ne valga realmente la pena.

La frase “puoi non essere perfetta” la ripetono in tanti, ma davvero è possibile per una donna rinunciare al perfezionismo sul lavoro? Non è necessario a dimostrare che le donne lavorano meglio?

E’ purtroppo vero che quando dobbiamo saltare  noi donne alzano l’asticella…è un “doppio standard” di cui è meglio essere consapevoli in modo da non prenderlo come un affronto personale. Quindi, sono d’accordo che noi dobbiamo spesso essere “un po’ più brave” di quello che sarebbe richiesto a un uomo per farci notare nel modo giusto. Non bisogna però esagerare. Un errore che però noi donne facciamo spesso è quello di puntare tutte le nostre energie sull’auto-miglioramento e sullo svolgimento in modo impeccabile del lavoro. Questo ci distoglie da altre attività che, dal punto di vista della carriera, servono di più, come per esempio costruire reti professionali o curare la propria immagine professionale. Se le donne spendono troppo tempo a rendersi perfette (cosa impossibile, quindi frustrante) e troppo poco a rendersi visibili e a segnalare la propria ambizione, va a finire che non vengono notate abbastanza spesso oppure che si pensi che non sono interessate alla carriera come un uomo.
Concludo dicendo che, soprattutto da un certo livello in su, quel che bisogna dimostrare non è di lavorare meglio, cioè di fare sempre meglio ciò che già si fa, ma di saper andare oltre il proprio ruolo, di esercitare leadership e di avere visione strategica.

3 donne da prendere come esempio e magari da seguire su Twitter

@A_WittenbergCox è un’autrice che si occupa di questioni di genere, @sherylsandberg la CEO di Facebook, autrice e appassionata sostenitrice della leadership femminile, @lucykellaway una bravissima giornalista del Financial Times.

3 libri che consiglieresti oltre questo

Dipende dall’argomento, dal genere…provo comunque a rispondere:

3 app di cui non puoi fare a meno

Aiuto, qui tradisco veramente la mia età…quelle che uso più frequentemente sono quelle per leggere i settimanali come l’Economist o i quotidiani come il Sole 24 Ore o il Financial Time. Ho poi Skype, Whatsapp, Shazam, Instagram, Runkeeper.

Concludiamo con uno dei frammenti più belli del libro: “Noi donne abbiamo tanti talenti, ma per riuscire a esprimerli pienamente in un mondo del lavoro che gli uomini hanno creato a propria immagine ce ne serve uno speciale. E’ un supertalento che catalizza tutti gli altri e che io chiamo il talendo delle donne: consiste nel dimostrare il proprio valore in un contesto che non sempre ci è familiare né favorevole, senza perdere noi stesse e senza perderci per strada”.

E allora buona lettura e felice cammino a tutte le donne di talento.