

Integrated Learning – Foto di Jose Kevo
Cosa vuol dire progettare un digital CLIL? Vuol dire costruire un’esperienza di apprendimento in cui agire in modo integrato le competenze linguistiche, digitali, disciplinari. In questo articolo trovi tutto quello che devi sapere su questa nuova metodologia didattica.
Che lingua parli? Sei in rete?
“Comunico, mi connetto dunque sono”: è innegabile. Solo il possesso di adeguate competenze linguistiche (intese nell’accezione ampia di “competenze di lettura”) e il possesso della competenza digitale ci consente di poter esercitare in modo attivo la cittadinanza.
Saper ricercare in rete informazioni-risorse in lingua madre e, almeno, in una lingua straniera, saperle selezionare, acquisirle criticamente, archiviarle e impiegarle rappresenta il primo step per “partecipare” in modo costruttivo e contribuire alla crescita della comunità locale e globale.
Un’insufficiente competenza di lettura limita, è palese, in modo significativo la qualità di interazione, compromette il confronto e la possibilità di esprimere se stessi e le proprie idee. Stessa cosa dicasi per un non adeguato livello di competenza digitale che porta, come conseguenza, il restringimento dell’orizzonte culturale e di esperienze, la limitazione del diritto all’informazione, l’impossibilità a un confronto, seppur virtuale, con e in un panorama globale.
Tutti i contesti formativi e, in particolare, la scuola dell’obbligo devono porsi come principale obiettivo quello di educare il cittadino ad essere “protagonista” nell’esercizio della propria cittadinanza (che è estesa, oggi, anche al digitale).
Gli interventi formativi devono evolversi in esperienze formative in cui il soggetto che apprende acquisisce, consolida e sperimenta sotto la guida esperta del docente/facilitatore, se stesso e le proprie competenze.
In concreto come possiamo educare a comunicare (e dunque a essere) cittadini?
Nella definizione di una esperienza formativa, come ormai si ripete in ogni contesto, bisogna ragionare per competenze e non, solo, per conoscenze o abilità.
Nel Quadro europeo delle qualifiche si pone, infatti, l’attenzione sui risultati dell’apprendimento utilizzando specifici indicatori del livello di:
- conoscenze (descritte come teoriche e/o pratiche);
- abilità (definite come capacità di applicare conoscenze e di utilizzare know how per portare a termine compiti e risolvere problemi);
- competenze (ovvero la capacità comprovata di utilizzare conoscenze, abilità e disposizioni personali, sociali o metodologiche in situazione).
Le competenze sono intese come sapere e abilità del soggetto agiti. Ciò orienta alla progettazione di percorsi esperienziali orientati a task (compiti) affidati al singolo e/o al gruppo in formazione.
Da quale competenza partire?
Le esperienze formative, in via prioritaria, devono porsi come obiettivo le otto competenze contenute nella Raccomandazione 2006/962/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006.
OTTO COMPETENZE CHIAVE PER LA CITTADINANZA
- la comunicazione nella madrelingua (capacità di esprimersi, interpretare, interagire adeguatamente e in modo creativo utilizzando la madrelingua);
- la comunicazione in lingue straniere (capacità di esprimersi, interpretare, interagire adeguatamente e in modo creativo utilizzando lingue straniere; abilità di mediazione e comprensione interculturale);
- la competenza matematica e le competenze di base in campo scientifico e tecnologico (abilità di sviluppare e applicare il pensiero matematico in situazioni quotidiane, usare e applicare conoscenze e metodologie che spiegano il mondo naturale);
- la competenza digitale (saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società dell’informazione);
- imparare ad imparare (abilità di organizzare in modo proficuo e efficace il proprio apprendimento a livello individuale e in gruppo);
- le competenze sociali e civiche (competenze personali, interpersonali e interculturali che consentono alle persone di partecipare in modo costruttivo alla vita sociale e lavorativa);
- senso di iniziativa e di imprenditorialità (essere in grado di tradurre le idee in azione e di cogliere le opportunità);
- consapevolezza ed espressione culturale (consapevolezza dell’importanza dell’espressione creativa di idee, esperienze ed emozioni attraverso un’ampia varietà di mezzi di comunicazione)
Non è possibile stabilire una gerarchia, un ordine di importanza tra le otto competenze chiave per la cittadinanza. Tuttavia è possibile individuarne alcune su cui inizialmente fare perno:
- competenza di lettura (lingua madre e lingue straniere)
- competenza digitale
- imparare a imparare
Quale lingua madre? Quale lingua straniera?
Facendo riferimento alla competenza di lettura in lingua madre e lingua straniera in fase di progettazione delle esperienze formative è indispensabile considerare che:
- la madrelingua di un soggetto può non essere la lingua ufficiale del Paese in cui vive;
- molti soggetti appartengono a famiglie bilingui o multilingui.
Dato il contesto multilinguistico della nostra società, progettare un percorso formativo da realizzarsi in Italia non può significare progettare pensando esclusivamente ad un target di madre lingua italiana. L’analisi dei bisogni formativi dell’utenza, l’osservazione e analisi di livelli di competenza linguistica è un punto fondamentale su cui si gioca l’efficacia della formazione. Questo non vale solo solo per i docenti/formatori che si occupano dell’ambito linguistico ma è un orientamento metodologico che deve essere condiviso a livello collegiale da tutti coloro che progettano/realizzano esperienze d’apprendimento. Strutturare in questa prospettiva l’esperienza educativa significa aver acquisito una reale consapevolezza che la società nella quale viviamo è una “società interculturale”.
Per esercitare la capacità collegiale di progettare interventi in cui competenza linguistica, competenza disciplinare, competenza digitale e imparare a imparare si combinino in modo sinergico è stimolante confrontarsi con la redazione di un’esperienza formativa sul modello del DIGITAL CLIL.
Cos’è il CLIL?
Con il termine CLIL (Content and Language Integrated Learning) si indica una metodologia didattica per il consolidamento/potenziamento di una seconda lingua (LS) diversa dalla lingua madre (L1) del soggetto in apprendimento. Essa è impiegata come “lingua veicolare” per l’apprendimento di discipline non linguistiche.
Cos’è il DIGITAL CLIL?
È una metodologia didattica che integra l’approccio immersivo del CLIL con l’uso delle ICT al fine di guidare l’allievo ad una “completa maturazione” delle proprie competenze comunicative-disciplinari valorizzando la dimensione digitale nel processo di insegnamento/apprendimento.
Come si struttura un percorso DIGITAL CLIL?
Gli studenti sono guidati dal docente-facilitatore al completamento di task che costituiscono “l’ossatura” dell’esperienza formativa e si concretizzano in output chiaramente definiti (produzione di presentazioni multimediali, elaborazione di post per il blog dedicato all’attività).
Le competenze linguistiche, come anche la competenza digitale e l’imparare ad imparare non possono essere intese, acquisite o esercitate singolarmente. Esse, al contrario, devono necessariamente integrasi.
Progettiamo insieme!
Per prima cosa scriviamo una prima sintetica presentazione dell’esperienza formativa che intendiamo realizzare:
- a che tipo di target ci rivolgiamo?
- qual è la lingua veicolare?
- quali ambiti disciplinari interesserà il nostro percorso?
- quali sono gli obiettivi che intendiamo perseguire?
- di quali risorse abbiamo bisogno?
Il target
Ora, andiamo nei dettagli partendo da una puntuale individuazione del target.
Quale gruppo di apprendimento abbiamo in mente? Adulti? Ragazzi?
Un passaggio importante è la definizione dei pre-requisiti relativamente a:
Area Linguistica
Per definire il livello di competenza richiesto per la lingua veicolare del percorso formativo il nostro riferimento dovrà essere il Quadro comune di riferimento europeo per le lingue. A tale proposito sarebbe auspicabile che gli allievi attestassero il proprio livello di competenza attraverso riconosciute certificazioni linguistiche.
Area tecnologica
Non dimentichiamo che si tratta di un’esperienza DIGITAL!
Quali competenze digitali sono richieste in ingresso? Come saranno accertate?
Per costruire adeguati strumenti di accertamento della competenza digitale è fondamentale non perdere di vista la definizione contenuta nella Raccomandazione 2006/962/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006.
“La competenza digitale consiste nel saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società dell’informazione (TSI) per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione. Essa è supportata da abilità di base nelle TIC: l’uso del computer per reperire, valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare informazioni nonché per comunicare e partecipare a reti collaborative tramite Internet”.
Quali elementi andranno osservati?
- il livello di consapevolezza e conoscenza della natura, del ruolo e delle opportunità delle TSI nel quotidiano;
- il livello di consapevolezza di come le TSI possono coadiuvare la creatività e l’innovazione;
- il livello di consapevolezza delle problematiche legate alla validità e all’affidabilità delle informazioni disponibili e dei principi giuridici ed etici che si pongono nell’uso interattivo delle TSI.
Area disciplinare
Quali conoscenze/competenze specifiche sono richieste? Come saranno accertate?
Soft skill
È bene non dimenticare neppure le cosiddette “competenze trasversali” che attengono all’area relazionale e che oggi sono valorizzate e riconosciute (spirito collaborativo, flessibilità, creatività, …).
Come saranno accertate?
Imparare ad imparare
Anche in questo caso è opportuno il riferimento alla Raccomandazione del 2006.
“Imparare a imparare è l’abilità di perseverare nell’apprendimento, di organizzare il proprio apprendimento anche mediante una gestione efficace del tempo e delle informazioni, sia a livello individuale che in gruppo. Questa competenza comprende la consapevolezza del proprio processo di apprendimento e dei propri bisogni, l’identificazione delle opportunità disponibili e la capacità di sormontare gli ostacoli per apprendere in modo efficace. Questa competenza comporta l’acquisizione, l’elaborazione e l’assimilazione di nuove conoscenze e abilità come anche la ricerca e l’uso delle opportunità di orientamento”
Che livello di competenza è richiesto? Come sarà accertato?
Descrivere gli obiettivi
È importante che gli obiettivi siano chiari a chi conduce l’attività e a chi la segue come discente. Per questo motivo gli obiettivi dovranno essere definiti in modo analitico e presentati all’utenza all’avvio del percorso perché possano essere compresi, se necessario, negoziati e, in modo consapevole e critico, condivisi.
Gli obiettivi da definire sono di tipo pedagogico, disciplinare, tecnologico, …
Quali sono gli obiettivi che intendiamo raggiungere attraverso l’esperienza di apprendimento?
Quali risorse?
Il segreto di un buon progetto è non lasciare nulla al caso!
È in fase progettuale che si individuano le risorse necessarie per condurre al meglio l’esperienza formativa.
Per “risorse” si intenderà: tipologia e caratteristiche degli ambienti di apprendimento in presenza e/o virtuali, strumenti tecnologici (hardware e software), facilitatori/docenti in possesso di specifiche competenze.
Valorizzare l’apprendimento in rete
Perché l’esperienza di apprendimento possa efficacemente consentire una maturazione delle competenze dei soggetti in formazione in particolar modo relativamente a:
- competenza digitale
- soft skill
- imparare ad imparare
è necessario scandire le attività attraverso “task” affidati a gruppi di lavoro che prevedano output concreti (in formato digitale). Inoltre, è importante integrare l’attività svolta in presenza con percorsi di lavoro e collaborazione in rete.
È auspicabile l’allestimento di uno specifico ambiente di apprendimento in remoto utilizzando un Learning Management System.
Un esempio dettagliato di Task
IL TASK
Progettare e realizzare una presentazione sul tema “L’arte di Caravaggio a Malta”
PROCEDIMENTO
- Partire dalla mappa
- Leggere con attenzione le fonti in rete indicate dal docente e presentate in classe
- Individuare le informazioni principali
- Sintetizzare le informazioni organizzandole e suddividendole secondo 5 “parole chiave” a scelta
- Realizzare una mappa con Mindmup. La presentazione (composta da min 20 slide max 25) è destinata a soggetti con lingua madre diversa dall’italiano e di età compresa tra 14 – 18 anni)
- Creare la presentazione
- Creare una presentazione utilizzando IMPRESS Open Office seguendo il progetto realizzato (ovvero la mappa)
- Indicare nella 1^slide: titolo della presentazione, scuola, anno scolastico, nomi componenti del gruppo, discipline, nome docente-facilitatore.
- Fare attenzione a redigere testi completi, chiari e non troppo lunghi!
- Utilizzare il grassetto e/o i colori per mettere in evidenza le parole/espressioni chiave
- Selezionare e inserire, in ogni slide, una o più immagini utili a rendere “più forte e chiara” la comunicazione.
- Inserire indicazioni precise sulle fonti utilizzate sia per i testi che per le immagini.
- Indicare la licenza con la quale si condivide il lavoro in rete (http://www.creativecommons.it/)
- Archiviare e condividere
- Terminato il lavoro caricarlo nell’ambiente di apprendimento in rete secondo le indicazioni fornite dal docente.
Le presentazioni realizzate saranno presentate alla classe che restituirà un feedback-valutazione su efficacia e chiarezza comunicativa del prodotto realizzato e dell’esposizione.
Come strutturare l’attività?
È molto importante pianificare e rispettare i tempi previsti per le diverse attività. Un suggerimento su come procedere:
- affidamento di task finalizzati alla produzione di output specifici
- feedback e valutazione degli output
Un esempio (n.2 incontri didattici e percorso in remoto)
- incontro didattico (3 ore)
Presentazione, a cura del facilitatore/docente, dei contenuti disciplinari attraverso la consultazione guidata, su LIM, di fonti reperibili in rete – n.1 ora
Presentazione e affidamento del task. Avvio del task (attività del gruppo di lavoro in presenza) – n. 2 ore.
Il gruppo di lavoro prosegue in remoto il completamento del task affidato utilizzando l’ambiente di condivisione in rete predisposto dal docente-facilitatore – n. 8 ore
Il docente-facilitatore monitora e osserva costantemente, per realizzare/integrare la propria valutazione formativa e sommativa del gruppo e del singolo allievo, le attività svolte in presenza e in remoto.
- incontro didattico (2 ore)
Presentazione da parte di ciascun gruppo di lavoro del I output – n. 2 ore
A turno i gruppi presentano i prodotti realizzati disponendo, ciascuno, di 15 minuti.
Al termine di ogni presentazione effettuata:
- il “gruppo presentatore” redige una valutazione della propria performance;
- gli altri gruppi e il docente-facilitatore redigono feedback e valutazione.
Tempo previsto: 15 minuti.
Che valenza avranno feedback e valutazione?
Il feedback e la valutazione avranno una valenza “formativa” e lo scopo di educare ad analizzare correttamente i punti di eccellenza e di criticità per poter migliorare le performance.
Come realizzare la valutazione?
L’intervento valutativo sarà inteso come “processo” e accompagna il discente con una valenza, prevalentemente, formativa.
Gli allievi saranno guidati a riflettere sugli output e sugli esiti della valutazione.
- valutazione, attraverso osservazione, del processo di produzione degli output.
- valutazione, attraverso osservazione, delle softskill dei discenti nella gestione dei task.
- valutazione, attraverso osservazione, delle conoscenze e competenze disciplinari e digitali.
Un esempio di esperienza d’apprendimento realizzata
Un esempio di esperienza d’apprendimento realizzata secondo la metodologia DIGITAL CLIL e disponibile per la consultazione gratuita è “L’arte di Paolo Uccello: italiano LS”.
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