
Alzi la mano chi non ha mai imprecato contro un sito Internet, un’app, un gioco o qualunque altro prodotto multimediale pensandolo complesso, incompresibile, difficile da utilizzare. Ci capita ogni giorno di non trovare proprio quel bottone che ci viene chiesto di cliccare su una pagina web, di non vederlo, di sentirci inadeguati perché non riusciamo a usare con semplicità un qualcosa che dovrebbe essere usabile da tutti.
Quella che abbiamo descritto è la triste esperienza che si può evitare attraverso un approccio alla progettazione di prodotti digitali che tenga conto, appunto, della user experience. Maria Cristina Lavazza nel suo libro “Comunicare la User Experience” (Apogeo editore, prezzo di copertina 9 euro e 99) porta chi legge non solo a comprendere l’importanza dell’usabilità di un prodotto (sito, ebook o presentazione multimediale fa lo stesso) ma anche a rapportarsi correttamente con tutte le figure professionali che intervengono nella realizzazione di un prodotto.
Abbiamo chiesto a Maria Cristina di darci
3 semplici regole da rispettare per poter costruire un prodotto facile da usare
- La progettazione di qualsiasi prodotto digitale è il frutto di un processo
- In questo processo hanno un ruolo fondamentale le persone (clienti, team, utenti finali)
- Non esiste un unico percorso ma la scelta delle tecniche e delle azioni da mettere in atto dipendono dallo scenario di riferimento (tempo, costi, risorse, etc.)
Individuate le regole base, abbiamo chiesto a Maria Cristina qualche altra dritta.
Gli errori più frequenti che si fanno nel realizzare un sito
Ve ne sono moltissimi ma tutti dipendono dal fatto che in Italia facciamo scarsa ricerca con e sugli utenti. I menu di navigazione, i link, le correlazioni, i linguaggi non tengono conto di cosa vogliono realmente le persone, sono costruiti a immagine e somiglianza di chi li progetta, dimenticando che è solo uno dei molti modelli possibili.
3 siti dai quali poter prendere esempio per la facilità d’uso (in PA che non)
Il sito di Le Scienze del gruppo L’Espresso.
Ma anche alcuni esperimenti di innovazione interessanti come:
La metodologia UX può essere applicata in Pubblica Amministrazione?
Assolutamente sì, nel nord Europa, in gran Bretagna e in America è pieno di esempi dove i servizi al cittadino online e non sono progettati insieme ai cittadini. È un percorso inevitabile che va progettato in maniera con attenzione e partecipazione nei confronti delle persone e dei loro reali bisogni.
Qualche esempio nella PA?
Sicuramente guida nell’idea di innovazione il sito del governo britannico e le sue linee guida nei confronti del servizio al cittadino.
La guida di Maria Cristina Lavazza non è mai noiosa. Potrebbe essere letta da chiunque, anche chi un sito non l’ha mai fatto e nemmeno lo vuol fare ma magari deve presentare un prodotto, deve aiutare il figlio in una ricerca a scuola, deve anche solo capire la strategia giusta per progettare una qualunque cosa debba essere usata da una persona. Una guida dove si capisce l’importanza dell’ascoltare e mettere al centro le persone. Perché “Le relazioni, di qualsiasi tipo, vanno costruite, alimentate e curate perché crescano nel migliore dei modi”.
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