Foto di Pablocanateam - Flickr

Foto di Pablocanateam – Flickr

Una buona ragione ci sarà se, come dice la frase che campeggia nel sito, “2 milioni di persone usano Mailchimp” per gestire email e newsletter. E le buone ragioni sono tutte contenute nell’ultimo libro di Alessandra Farabegoli intitolato Email Marketing con MailChimp (Apogeo editore, prezzo dell’ebook 5 euro e 99). Una guida chiara, con l’approccio del passo dopo passo, per fare conoscenza con lo scimmiotto postino in grado di consegnare “lettere” gratuitamente fino a 2mila utenti iscritti e a 12mila email al mese.

Perché rivolgersi allo scimmiotto di MailChimp e rinunciare alle newsletter “fatte in casa”? Per non andare a finire nei filtri antispam, automatici o “manuali” che siano, per evitare di mostrare tutti gli indirizzi magari in copia conoscenza in modo che tutti vedono tutti, per dare l’impressione di scrivere una mail indirizzata ad una singola persona e non a mille altre, per non perdere tempo e commettere errori.
E se non fossero sufficienti questi motivi, potete leggere le risposte di Alessandra alle nostre domande.

Mailchimp per inviare periodicamente email a molte persone sì o no? Se no quali le alternative migliori?

Quando io parlo di email marketing e di newsletter, non penso necessariamente alla classica newsletter di offerte speciali (alla Groupon, per intenderci); anzi, le newsletter che funzionano meglio sono a mio parere quelle che, quando le leggi, ti sembrano davvero una lettera scritta proprio a te. Quindi, non vedo nulla di strano nell’usare uno strumento come MailChimp per scrivere email anche a piccoli gruppi di destinatari. Non è mai lo strumento il fattore più importante, ma come lo usi.

Nel libro si parla della frequenza di spedizione. Ma a che ora e in quali giorni è meglio spedire in genere?

Tutto dipende da quali sono le persone a cui scriviamo. Il primo passo di ogni strategia dovrebbe essere quello di immaginare i propri destinatari, disegnando vere e proprie personae di cui cercheremo di descrivere stile di vita, abitudini, motivazioni a leggere i nostri messaggi. Certo, è un azzardo mandare una newsletter “di lavoro” il lunedì mattina presto, quando chi la legge riapre la posta dell’ufficio e comincia a smistare lo spam arrivato nel weekend! In genere, quando i nostri destinatari ci leggono in orario di lavoro, si cerca di spedire nei giorni centrali della settimana, al mattino; a volte funziona anche il venerdì pomeriggio, quando magari ci si prende un po’ di tempo per leggere gli arretrati. Se invece si scrive a privati, bisogna tenere conto che molti leggono la posta alla sera.

In generale, il mio consiglio è di provare, magari con un A-B test nel quale mandiamo la stessa newsletter in due orari diversi, e successivamente verifichiamo qual è stato il gruppo con la frequenza di apertura (e, soprattutto, di conversione) più alta.

I tre peggiori errori commessi nell’email marketing

  • Partire senza un piano editoriale, nemmeno abbozzato: vi troverete senza nulla da scrivere!
  • Riciclare come email i testi scritti per i comunicati stampa e per la pubblicità: il linguaggio è diverso, e ogni testo va confezionato e modificato in ragione del suo utilizzo
  • Non leggere i feedback e non segmentare: mandare a tutti lo stesso messaggio significa diventare rapidamente irrilevanti

Dici nell’introduzione di aver scoperto Mailchimp nel 2009. Nessun valido concorrente all’orizzonte?

Confesso di essere un po’ pigra e di lavorare seguendo il principio del “buono abbastanza”: quando trovo uno strumento che fa al caso mio e risponde a gran parte delle mie necessità (e, nel caso di MailChimp, di quelle di molti miei clienti), la mia motivazione a spendere tempo testando altri strumenti è molto bassa.

Sicuramente, al di là dell’interfaccia e delle funzionalità, un indiscutibile punto di forza di MailChimp è il piano-base gratuito: se hai una mailing list che non supera i 2000 indirizzi, hai a disposizione per sempre un servizio pressoché completo (mancano solo gli autorisponditori). In questo modo si ha tempo di imparare a usare il servizio, e, quando si arriva alla soglia dei 2000 iscritti, si spera che i ritorni della propria attività di email marketing siano tali da consentire di pagare il canone!

Naturalmente, dal punto di vista delle funzionalità, o nel caso in cui si parta già con una lista numerosa di destinatari, ci sono alternative valide, fra cui alcuni prodotti made in Italy di tutto rispetto: penso a MailUp, ContactLab, e-spresso (anche questo con un piano gratuito fino a 500 iscritti).

Nel libro, nonostante sia impostato come guida, ci sono anche alcuni suggerimenti sull’email marketing. Consigliaci anche qualche libro con cui approfondire l’argomento

Oddio, se faccio una ricerca su Amazon di libri sull’email marketing ce ne sono a decine, e io confesso di non averne letto nemmeno uno! Suggerisco piuttosto di partire dai tutorial di Copyblogger. Sulla scrittura, invece, un “must-read” è Lavoro, dunque scrivo! di Luisa Carrada.

Ultimo consiglio, tratto dalla “dispensatrice di buon senso” Alessandra Farabegoli è: “Gli strumenti non sono tutto”. MailChimp è uno strumento, si sceglie pertanto solo dopo aver pianificato attentamente una campagna di email marketing. “Come ogni strumento – si legge nella conclusione – da solo MailChimp non garantisce un buon risultato: quest’ultimo dipende essenzialmente da come lo userete voi“.

Sì, perché la tecnologia, al contrario di quel che si pensa, fornisce ottime occasioni per mettere le persone al centro della scena.