
Feminist Frequency è un canale video incentrato sull’analisi della cultura pop da un punto di vista femminista: quali sono gli stereotipi che i media ci propongono ogni giorno? Il video blog, creato da Anita Sarkeesian nel 2009, offre molteplici spunti di riflessione sulla rappresentazione femminile nei libri, film, serie tv e anche nell’advertising (come i prodotti LEGO per bambine).
Tropes vs Women in Video Games
Qualche settimana fa è iniziata una serie di video prodotti da Feminist Frequency dedicata interamente ai personaggi femminili che popolano i videogiochi. E se si considera che i personaggi femminili sono solo il 12%, un’analisi di genere aiuta a capire l’industria e a ricercare una maggiore diversità nell’offerta. La serie, denominata Tropes vs Women in Video Games ha l’obiettivo di decostruire gli stereotipi più classici come la sexy alleata (e la sexy nemica), la donna come decorazione (o come premio), la sacerdotessa, la bruttina (e quindi cattiva).
Il primo video è dedicato al cliché più diffuso nel mondo videoludico: la damsel in distress, ovvero la damigella in pericolo, un topos narrativo presente già in arte e letteratura. In poco più di venti minuti, Anita Sarkeesian ripercorre le prime fasi della storia dei videogame a partire dalle celebri principesse Pauline e Peach (salvate dal baffuto Mario) o ancora Zelda (salvata dal giovane eroe Link).
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=X6p5AZp7r_Q]
Lo stereotipo della damsel in distress è facile da individuare: spesso si tratta di figlie o sorelle di uomini potenti che vengono rapite nei primi minuti del gioco e funzionano come spunto narrativo per la storia principale dell’eroe. Le damigelle devono sempre essere salvate da qualcun altro (l’eroe) e difficilmente agiscono nel mondo di gioco. I personaggi femminili – in questi casi – sono strumentali all’avventura del personaggio maschile protagonista e alla sua crescita, e talvolta rappresentano anche il premio stesso per aver completato il gioco con successo.
Certo, poi ci sono le storie straordinarie come quella del papà che ha modificato Donkey Kong per sua figlia permettendo per una volta alla damigella Pauline di essere la protagonista in grado di salvare Mario.
La campagna Kickstarter
La serie è stata finanziata interamente con un crowdfunding di grande successo lanciata la scorsa estate: il progetto su Kickstarter ha raggiunto l’obiettivo iniziale di 6000 dollari nelle prime ventiquattr’ore, fino a sfiorare i 160mila dollari totali. Questo perché il tema è particolarmente sentito sia da chi ha passione nei giochi, sia dall’industria videoludica stessa, che ha dimostrato supporto anche attraverso veterani come Tim Schafer (designer di The Secret of Monkey Island) e che chiede a gran voce una maggiore diversità nelle storie e nei personaggi proposti.
L’attacco
La storia di Anita Sarkeesian è però stata oscurata da un brutto episodio in cui è stata oggetto di una vera e propria campagna d’odio che si è manifestata in molestie e aggressioni verbali via internet. Nonostante tutto, Anita Sarkeesian non si è fermata, ma ha portato la testimonianza di questa mobilitazione d’odio anche al TEDx (qui il video) e alla Game Developers Conference 2013. E ora è già al lavoro per i prossimo episodi della serie.
3 comments