
Lo sviluppo delle tecnologie della comunicazione ha condizionato profondamente il nostro stile di vita negli ultimi anni introducendo cambiamenti rapidi e irreversibili nella società. Il semplice cellulare è ormai vecchia storia. Oggi si usano nuovi strumenti per comunicare, smartphone, tablet, veri e propri computer miniaturizzati con cui è possibile stare sempre connessi. Innegabile l’influenza di questi mezzi super tecnologici sulle giovani generazioni.
La manifestazione più evidente della rivoluzione digitale, tuttavia, è stata l’invenzione dei social network. Tra i tanti il popolarissimo Facebook, quasi dieci anni di vita e un miliardo di utenti attivi. Di questi 5 milioni sono bambini al di sotto dei dieci anni, nonostante il divieto di iscrizione per gli under 13. Fenomeno spaventosamente esteso tanto da far venire l’idea allo stesso Zuckerberg di lanciare un profilo per i minori di 13 anni monitorati da mamma e papà.
Comunicare, condividere, collaborare, socializzare non è mai stato così semplice e veloce. I ragazzi lo sanno bene. L’innata familiarità con le tecnologie li agevola e li porta ad usare questi mezzi con gran naturalezza – a volte troppa – sfruttandone le vastissime potenzialità senza diffidenze o preconcetti, come accade invece a molti adulti.
L’ideatore di Schoology, il social learning network per la scuola, avrà senza dubbio considerato tali elementi nel progettare questa piattaforma web-based pensata per fare didattica online. Schoology si propone come un LMS innovativo e accattivante. La sua interfaccia, volutamente “social networking”, è molto simile a Facebook, il social più popolare tra i giovanissimi. Aspetto attraente, semplicità d’uso e ampie funzionalità studiate appositamente per fini didattici, ne fanno lo strumento ideale per creare e gestire una classe virtuale.
In cosa si distingue Schoology dagli altri LMS in circolazione?
La prerogativa di questo social scolastico è indubbiamente la sua grande intuitività. I ragazzi che lo utilizzano per la prima volta ne apprendono in fretta il funzionamento e in più sono invogliati ad usarlo perché ne colgono a prima vista le somiglianze con l’amato Facebook. C’è chi ha osato addirittura definirlo il Facebook per gli insegnanti, ma si tratta di realtà educative molto distanti dalla nostra. Realtà dove la rivoluzione digitale a scuola è cominciata già da un pezzo e la mentalità di chi è coinvolto nel processo formativo dei giovani si è evoluta di conseguenza, insieme alle stesse metodologie didattiche.
Schoology nasce negli Stati Uniti nel 2009 e, a ben guardare, la sua impostazione fa riferimento al sistema scolastico americano diviso in classi e corsi. Qui da noi è ancora poco conosciuto anche perché – per poterlo utilizzare – è necessario avere un po’ di dimestichezza con l’inglese. Non esiste, infatti, una versione nella nostra lingua.
Per farsi un’idea della sua diffusione basta dare un’occhiata alle pubblicazioni in Rete. Pochissimi siti italiani ne parlano. Tra i primi a segnalarlo alla comunità nazionale del mondo dell’educazione il maestro Roberto (alias Roberto Sconocchini) nel suo frequentatissimo e aggiornatissimo blog che raccoglie tutte le ultime novità per insegnanti tecnologici e non. E ancora Paolo Ferri, docente all’Università la Bicocca di Milano e autore di Nativi Digitali, in un articolo sul Sole 24ore. Completa e interessante anche l’analisi proposta da Stefano Besana in TD Tecnologie Didattiche.
Cosa rende speciale Schoology?
Nella sua versione free Schoology permette di creare una o più classi virtuali all’interno dello stesso Istituto. Gli studenti possono iscriversi anche senza avere un account di posta elettronica ed essere inseriti in un ambiente di apprendimento protetto e sicuro dove possono interagire tra loro e coi propri insegnanti. Schoology dà la possibilità di postare notizie – all’interno delle classi o dei corsi dei singoli docenti – allegandovi file di ogni tipo e link, permette di commentare i post e segnalare la propria preferenza con un Like proprio come Facebook.
Si possono lanciare sondaggi, aprire discussioni, creare cartelle di foto, video o di altro materiale che riguarda la classe. I docenti possono organizzare le proprie risorse didattiche in un archivio e metterlo a disposizione degli alunni o di altri docenti interni o esterni alla scuola. Si possono anche scambiare messaggi privati tra insegnanti e alunni e usufruire di un calendario scolastico per segnalare gli impegni delle classi e le iniziative della scuola.
Ogni azione possibile, tuttavia, viene sempre amministrata dal docente che decide le impostazioni iniziali e può modificarle all’occorrenza. Come si può vedere, sotto l’aspetto della comunicazione e della condivisione le potenzialità di questa piattaforma e-learning sono molto ampie. La partecipazione, inoltre, può essere estesa anche ai genitori per i quali sono previsti specifici profili con funzioni limitate.
Il valore aggiunto di Schoology sta, però, nell’interattività garantita anche quando l’alunno non è presente fisicamente a scuola (si pensi ai casi di ospedalizzazione o di malattie prolungate). Facciamo un esempio. Grazie a Schoology l’insegnante può, non solo fornire materiali didattici, proporre approfondimenti, stimoli, curiosità, ma anche assegnare compiti di ogni tipo e verificare la preparazione dei propri studenti attraverso la somministrazione di test e quiz. La piattaforma offre agli insegnanti un’ampio repertorio di strumenti per preparare verifiche multimediali e personalizzabili da svolgere sia a scuola che a casa.
Gli alunni possono vedere (e rivedere) le correzioni apportate dai docenti e, per quanto riguarda le verifiche strutturate, visualizzare risultati e correzioni in tempo reale. Con aggiornamenti via e-mail i docenti rimangono sempre informati sull’attività della classe ed è possibile anche collegarsi tramite smartphone e tablet grazie a specifiche applicazioni.
Per muovere i primi passi si può approfittare dei video tutorial caricati su You Tube in Schoology’s Channel, accessibili anche tramite l’help button (in basso a sinistra di ogni pagina) che dà accesso alle istruzioni divise per tipologia di utenti (amministratori, docenti, studenti, genitori) e alle FAQ. Un efficiente Community support aiuta a risolvere problemi via e-mail. Esistono inoltre un blog e una pagina di App didattiche selezionate dal team di Schoology e dai docenti della community. Chi non fosse ancora convinto della validità di questa piattaforma può leggersi le testimonianze degli utenti. E naturalmente Schoology, la cui idea ispiratrice nasce proprio dai social network, non poteva non essere anche su Facebook e Twitter.
Dunque esistono strumenti per rinnovare la didattica in una scuola – quindi in una società – che si dirige verso una digitalizzazione sempre più ampia. Oggi promuovere comunicazione, condivisione e collaborazione tra studenti e docenti è più facile di ieri. Perché non provarci?
Molto interessante, sono insegnante della scuola primaria e penso anch’io che la scuola debba andare incontro ai ragazzi con l’uso della tecnologia che è uno strumento importantissimo e ricco di risorse. Purtroppo non tutti sono disposti a spendere il loro tempo per aggiornarsi ed imparare ad usarla ed è un vero peccato!
Non conoscevo Schoology grazie per la segnalazione, mi riprometto di studiarlo asap. Io sto usando google apps per la condivisione, comunicazione internaed esterna etc. e mi sto trovando molto bene. Mi interessa molto anche Edmondo che vedo molto diffusa e ben organizzata come rete e come sistema. Iltempo purtroppo è tiranno per tutti e la burocrazia e la poca informazione un po’ a tutti il livelli della nostra scuola non aiutano certo chi si vuole scommettere in questo modo innovativo di far scuola. Vado a schoology. Bye!
Come insegnante ti esprimo i miei complimenti e il mio incoraggiamento personale: la scuola necessita di stare dietro alle innovazioni tecnologiche, tenendo conto della necessità di mantenere un equilibrio tra le strategie didattiche del passato, compreso il mantenimento di sussidi tradizionali, e le nuove tendenze. Tutto questo è importante non solo in funzione dell’apprendimento in età scolare, ma anche per un supporto ad iniziative finalizzate all’apprendimento permanente.
Auguri.
Schoology è solo uno dei tantissimi strumenti che si trovano in Rete per adeguare la nostra didattica alle esigenze dei nativi digitali. La didattica tradizionale (lezione frontale e cose del genere…) non funziona più con questi ragazzini multitasking. L’idea vincente di Schoology, secondo me, è proprio quella di sfruttare gli strumenti tipici del social network, copiandone l’impostazione. La guida dell’adulto e dell’insegnante rimane sempre fondamentale in tutto il processo, ma trattasi appunto di una guida.
Sono felice che la segnalazione sia stata utile 😉
Schoology è molto utile in ambito scolastico e il breve tutorial contenente in questa pagina spiega le varie procedure per iniziare un percorso adeguato al contesto scolastico.
Disastro!!!
Ho fatto un intero modulo (una trentina di pagine, quiz e altro) ed è sparito tutto. Neppure più i membri del corso non si trovano di più.
Molto labile e inefficiente.