
Sir Isaac Newton aveva rivelato in una lettera indirizzata a Robert Hooke qual era il segreto del suo successo:
Se ho visto più lontano, è perché stavo sulle spalle di giganti.
Guardare il mondo che ci circonda dal punto di vista di chi si è già affermato può aiutare molto a capire cosa accade intorno a noi ma anche a capire meglio noi stesse.

GGD Milano celebrates Ada Lovelace
È per questo che durante i festeggiamenti per l’Ada Lovelace Day di quest’anno, Girl Geek Dinners Milano ha voluto conoscere meglio quattro brillanti professioniste che hanno fatto strada in grandi realtà aziendali e in ambito accademico.
Abbiamo chiesto loro di parlarci della loro storia, lavorativa e personale, di come hanno coniugato carriera e famiglia e di come sono riuscite a contribuire allo sviluppo della tecnologia e del suo uso nel nostro Paese.
Roberta Cocco – che è già stata ospite di una nostra intervista – si è laureata in Lingue e Letterature. Dopo questa esperienza ha deciso di specializzarsi in Marketing e Comunicazione d’Impresa. Dal 1991 lavora per Microsoft Italia e dall’inizio del 2012 è diventata Direttore Corporate Social Responsibility e National Development.
Nel 2010 è stata insignita dell’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Roberta è riuscita a combinare perfettamente carriera e cura della sua famiglia e ha ritenuto importante promuovere e valorizzare il potenziale femminile attraverso l’uso delle tecnologie tramite la creazione nel 2004 del progetto di responsabilità sociale di Microsoft Italia futuro@lfemminile. Ecco cosa ci ha detto quando le abbiamo chiesto di svelarci qualche trucco:
Il mio stile e il mio modo di essere coincidono nella mia vita personale e in quella professionale. E riesco a sopravvivere esclusivamente grazie alla tecnologia che uso in modo massiccio e di cui sfrutto tutte le potenzialità per supportare attività lavorative e necessità della mia famiglia. Con i dispositivi mobili, che mi permettono di gestire pubblico e privato dovunque io mi trovi non ho bisogno di interpretare ruoli diversi o dare tempi diversi alle funzioni, ma posso essere la stessa persona che a seconda delle esigenze si occupa dell’attività prioritaria in quel momento, che sia finire una presentazione di lavoro o accompagnare mia figlia a Judo.
Monica Mason si è laureata in matematica all’Università degli Studi di Padova e lavora per IBM dal 1986. Inizialmente assunta come sistemista, ha proceduto nella sua crescita ricoprendo ruoli di Integration Architect e team leader nell’area WebSphere. Dal 2010 è Software Client Technical Architect su clienti assegnati e partecipa attivamente a diverse comunità tecniche IBM.
Anche Monica è un esempio di professionista che è riuscita a farsi strada nel mondo IT italiano, in grandi realtà come IBM, senza mai perdere di vista l’importanza della vita personale e famigliare. Monica è leader italiano del noto gruppo IBM Women in Technology e a lei abbiamo chiesto dov’è che noi donne sbagliamo più spesso quando si parla di carriera in ambito IT e in che modo possiamo migliorare?
Oggi viene richiesto a ciascuno di noi di affrontare sfide nuove nella quotidianità del nostro lavoro: i cambiamenti avvengono in modo continuativo e non prevedibile. Noi tutte abbiamo la possibilità di accettare le nuove opportunità che si presentano lungo il nostro percorso professionale; anche se talvolta pensiamo di non avere abbastanza esperienza o abbiamo il timore di non saper eseguire perfettamente alcune attività che ci vengono proposte. Molte volte le donne pretendono di raggiungere la perfezione nello svolgimento dei loro compiti e temono il fallimento. Per poter crescere professionalmente è necessario accettare serenamentele sfide e cercare di uscire dalla nostra “comfort zone”. E’ fondamentale espandere il proprio network attraverso iniziative come gli eventi Girl Geek Dinner, o internamente alla propria azienda, come ad esempio accade in IBM: Women In Technology è un network di grande aiuto per muoversi in questa direzione.
Fiorella De Cindio si è laureata in Fisica, ha svolto la sua carriera in ambito accademico e oggi è Professore Associato del dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Milano dove insegna e svolge ricerca nell’Ingegneria del Software, Interazioni Sociali in Rete, Cittadinanza Digitale e Tecnocivismo. Nel 1994 ha promosso il Laboratorio di Informatica Civica, di cui è attualmente responsabile, e la Rete Civica di Milano che è oggi una Fondazione di Partecipazione, di cui è Presidente.
Per il suo impegno, nel 2001 è stata premiata con l’Ambrogino d’Oro. Fiorella si è soffermata sul perché le donne rappresentino una risorsa indispensabile per il mondo IT. In particolare ha evidenziato il fatto che da sempre noi donne usiamo i PC più degli uomini, basti pensare alle tante professioni impiegatizie in cui le donne sono sempre state molto presenti. Secondo Fiorella, vantiamo quindi un background di tutto rispetto nel mondo dell’informatica e la nostra capacità di avere una visione d’insieme sui problemi da affrontare ci dà una marcia in più.
Ornella Fouillouze è una manager del mondo ICT. Laureata in fisica, è entrata in Etnoteam negli anni ’80, dando il via a un percorso di carriera che l’ha portata gradualmente a ricoprire ruoli di crescente importanza, fino a diventare il Direttore Generale dell’azienda. Si distingue come esperta nel campo delle Telecomunicazioni e nel 2007 passa in Sysline, società che propone soluzioni Internet nella Sanità, diventandone azionista e Amministratore Delegato.
Dal 2012 opera tramite Sales Partner come consulente indipendente per l’e-health e la telemedicina. Uno dei punti chiave per la riuscita nel mondo del lavoro che Ornella ha voluto sottolineare è l’ottimismo:
Uno degli effetti che la professione che ho svolto ha indotto sul mio carattere è la propensione a veder sempre il bicchiere mezzo pieno. Infatti un capo, e a maggior ragione un AD, riesce a motivare i suoi solo se ci crede davvero. In tante giornate della mia vita lavorativa, di fronte a qualche brutta notizia, mi sono sforzata di vedere se c’era qualcosa di buono da qualche altra parte, e sono ripartita con più carica. Questa attitudine aiuta a vivere un po’ meglio anche la vita di tutti i giorni.
Vi ritrovate in quanto ci hanno raccontato Monica, Ornella, Fiorella e Roberta?
E quali altri donne italiane considerate “giganti” da tenere come esempio nell’affrontare la carriera professionale?
Condivido: “Se ho visto più lontano, è perchè stavo sulle spalle di giganti. faustamiccich@ymail.com