Kobo e libri

La storia con Kobo touch è iniziata 9 settimane e mezzo fa, quando è arrivato in una piccola scatola bianca, accompagnato da un solo foglio di istruzioni minime e un cavetto usb per collegarlo al pc. Con il nuovo e-book reader di Mondadori, lanciato di recente sul mercato, ci siamo conosciuti grazie a un omaggio per test del prodotto.

A prima vista il telaio in plastica opaca bianco, con retro “trapuntato” (che consente una presa sicura) di un particolare color lilla, mi ha fatto un bell’effetto. Così come pure la leggerezza (185 g appena) per un 6 pollici che entra quasi in una tasca dei vecchi Levis. Per conoscerci meglio l’ho subito “messo in moto” e fin da subito si è dimostrato all’altezza della situazione agganciandosi al wireless senza alcun problema.

Seguendo le indicazioni dello scarno foglio di istruzioni ho scaricato i tre e-book che portava in dote, orientandomi su un’intramontabile biografia di Steve Jobs e due mattoni di tutto rispetto (che mi hanno aiutata a testare la durata della batteria): “L’inverno del mondo” di Ken Follet e “IQ84” di Haruki Murakami.

Al primo vero contatto con il nuovo arrivato e-reader sono stata favorevolmente colpita dallo schermo E-ink “Pearl”, che mostra un contrasto perfetto per i caratteri rispetto allo sfondo e che, provato in un pomeriggio di sole, mi ha consentito una lettura confortevole senza riflessi. Il primo vero litigio con il Kobo non è tardato ad arrivare ed è stato causato da una scarsa inclinazione all’obbedienza ai polpastrelli, probabilmente dovuta al fatto che ci conoscevamo ancora troppo poco. Una volta capita la giusta pressione del tocco si ottiene ciò che si vuole e si riesce ad interagire, ma devo dire che il giudizio iniziale sulla reattività dello schermo touch non è stato dei migliori.Bene il cambio pagina, veloce e possibile da personalizzare, molto meno bene la sottolineatura e la selezione delle parole che, soprattutto per chi è abituato alla precisione di un tablet o di uno smartphone, dopo diversi tentativi non riusciti scoraggia indubbiamente.

Interessanti le modalità di personalizzazione che si possono fare direttamente sulla pagina in lettura per cambiare tipo di carattere, dimensione, interlinea e giustificazione del testo. Utili pure i dizionari messi a disposizione, che permettono “al volo” la consultazione del significato di una parola oltre che la sua traduzione in diverse lingue. Approfondendo la conoscenza col mio Kobo, nonostante non abbia avuto il

Kobo e libritempo di verificare per questo aspetto se la racconta giusta, ho capito che con i suoi 2 Gb di memoria può ospitare un migliaio di ebook in formato Epub (molti di meno se in formato Pdf) ma che può anche espandersi grazie ad un alloggiamento per schede microSD fino a 32 Gb. Ad onor del vero c’è da dire che Kobo va d’accordo un po’ con tutti, visto che supporta i principali formati di ebook : Epub, Pdf, Mobi, Txt, Rtf, Cbz e pure il formato immagine, anche se la lettura di formati Pdf mette a dura prova la pazienza e la vista (lo zoom non è infatti ottimale).

Del carattere “social” di Kobo, presentato come novità, potrei sicuramente fare a meno. Nonostante questo, ho “legato” il mio account Facebook all’e-reader per condividere con gli amici estratti di libri che sto leggendo o far conoscere i premi di lettura che rivevo ogni volta che raggiungo un nuovo traguardo. Ho sperimentato anche la capacità di sopportazione di Kobo, non sottovalutabile visto che è riuscito a resistere alla mia compagnia per una quarantina di minuti al giorno per quasi un mese.

Di Kobo non ce n’è uno solo, ovvio. Lo si può acquistare al prezzo di 99 euro (79 ne costa il mini ereader, 129 il Glo retroilluminato per leggere anche di notte) su Inmondadori.it, dove si trovano circa 60mila libri in italiano (di cui 30mila gratuiti). Annunciato sul sito l’arrivo per Natale del Kobo Arc, un tablet Android al prezzo di 199 euro.

9 settimane e mezzo sono troppo poche per giudicare in modo netto. Con i suoi pregi e i suoi difetti posso dire che Kobo mi ha fatto compagnia durante la lettura e anche a libro chiuso mentre aspettava che la pagina si riaprisse adagiato sul comodino o dentro la borsa. Del resto gli e-reader servono a questo. Non sostituiscono il profumo e il rumore delle pagine di carta, non vogliono rappresentare un diversivo ai pomeriggi in libreria o in biblioteca. Vogliono solo riempire un vuoto: quello che si crea ogni volta che vogliamo leggere e non abbiamo almeno mille libri a portata di mano.