
Scrivere a più mani si può. Pur essendo distanti, senza conoscersi di persona ma avendo in comune la passione del “battere sui tasti” per condividere una storia, un’esperienza, un sapere. Questo è quello che, con un termine inglese, si chiama crowdwriting. Ed è quello che pratica ormai da tempo Marta Traverso, autrice di “Io bloggo”, “crowd-autrice” di “La lettura digitale e il web” e del blog collettivo #ledita.
La storia che le abbiamo chiesto di raccontarci parla dell’influenza di un tweet. Del potere di aggregazione di 140 caratteri non lasciati cadere a vuoto e del valore della conoscenza condivisa. Ma parla anche di come l’editoria digitale può cambiare il nostro modo di imparare, conoscere, informare, studiare.
Perché un blog collettivo #ledita e un libro a più mani?
Parto con il dire che Ledita per me è nato da un tweet. Un pomeriggio di luglio (2011) ero su Twitter e leggo che Marco Giacomello, un avvocato-blogger che non conosco di persona ma seguo da qualche tempo, chiama a raccolta chi ha un blog e si occupa di editoria digitale. Ho risposto e sono stata selezionata per far parte di un gruppo di undici blogger, che avrebbero avuto uno spazio nell’edizione di novembre 2011 di Librinnovando. Abbiamo comunicato via mail, abbiamo iniziato a seguirci a vicenda sui social network (soprattutto Twitter) e abbiamo creato una cartella comune su Google Docs per definire i temi della tavola rotonda che ci avrebbe visti coinvolti. In poche settimane, quella che doveva essere solo una tavola rotonda è diventata materia per un libro/ebook: La lettura digitale e il web è stato scritto da undici persone (dodici, contando il prefatore Luca Conti) che non si sono mai viste, che vivono in località diverse d’Italia e d’Europa, e che scambiandosi quotidianamente mail e tweet sotto l’occhio vigile del curatore eFFe hanno realizzato dal nulla questo libro. Ci siamo incontrati per la prima volta in occasione della presentazione del libro a Librinnovando. Dopo qualche tempo abbiamo lanciato il blog Ledita.
Esiste un coordinatore per #ledita? Come scegliete i temi da trattare? E come condividete idee sul cosa o come scrivere?
Il valore aggiunto di un progetto come questo è l’opportunità di mettere insieme tante persone, ciascuna con le proprie competenze e con inclinazioni anche molto diverse una dall’altra. Per questa ragione, nel realizzare il libro, ognuno di noi ha scelto un argomento in linea con i propri interessi e competenze e lo ha sviluppato, ed eFFe si è occupato di coordinare tutto il nostro lavoro. Penso che il web abbia abbattuto i limiti della scrittura collaborativa: chiunque lavora nella redazione di un blog collettivo sa di cosa parlo. Esistono tool ad hoc che gestiscono questo approccio al lavoro (personalmente ho usato Wiggio e Asana), ma anche una semplice catena di mail per dialogare e Google Docs per caricare le bozze sono estremamente efficaci. Il web permette inoltre di amplificare ogni attività di promozione editoriale, che si tratti di un libro, di un blog o di ogni altro genere di prodotto: Twitter è a mio parere lo strumento più efficace (mi fa piacere in particolare segnalare Pay with a tweet, che ha permesso di vendere oltre 1.000 copie del libro in 14 ore), seguito da Facebook e da social network letterari come aNobii, Goodreads e Zazie. Ogni lettore e ogni autore scelgono lo strumento che più sentono nelle proprie corde e lo utilizzano al massimo. Allo stesso modo, ciascuno di noi ha la possibilità di dedicarsi ai temi che più sente nelle proprie corde e svilupparli con il proprio stile, sempre rimanendo coerenti con la linea editoriale del blog.
#ledita tornerà dopo un periodo di vacanza in autunno. Quali sono le novità rispetto alla versione precedente?
Ledita è il nome che ci siamo dati per sviluppare un progetto di blog collettivo che amplifichi i temi trattati nel libro. Un blog che parli ad ampio spettro della cultura digitale, non solo editoria ma anche citizen journalism, self-publishing, presente e futuro dei blog e molto altro. Un blog aperto a ogni forma di collaborazione, che non si esaurisce negli autori di La lettura digitale e il web ma vuole dare spazio a chiunque crede nei temi che trattiamo.
Consigliaci almeno 2 ebook da leggere per comprendere l’importanza dei social network nella promozione editoriale
I testi specifici su questo argomento sono ancora pochi, in commercio esistono ottimi libri/ebook sull’evoluzione dell’editoria digitale e sulle nuove forme di scrittura (la mia prima “Bibbia” in questo senso è stata Scrivere 2.0 di Luca Lorenzetti). Due titoli che mi vengono in mente sono I ferri dell’editore di Sandro Ferri ed Editore nei social media: incontrare i lettori in Rete della bravissima Federica Dardi. E naturalmente… La lettura digitale e il web!
Consigliaci almeno 3 persone da seguire su Twitter per capire meglio dove va l’editoria
Tre sono davvero pochi 🙂 Ci provo. Anzitutto Marco Dominici @mediadigger, membro di Ledita che si occupa di editoria applicata alla didattica, uno dei settori dove penso sia prioritaria una rivoluzione culturale in direzione del digitale. Infine segnalo due progetti molto interessanti e che meritano di essere conosciuti: @EdCrossmediale, un osservatorio sulle innovazioni nell’editoria, e @LibriamoTutti, un’iniziativa di invito alla lettura attraverso il web e in particolare Second Life.
Digitale, su carta, in compagnia di un Kindle o di un Ipad la lettura è la cosa più importante. Perchè, come dice Michel Houellebecq, “Vivere senza leggere è pericoloso, ci si deve accontentare della vita, e questo comporta notevoli rischi”. Non rischiate.
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