Business social network, ovvero uno strumento di condivisione utile a chi vuole trovare lavoro e a chi intende sviluppare la propria impresa. Questo è LinkedIn, spiegato in maniera semplice e dettagliata nell’omonimo libro (Apogeo edizioni, costo di copertina 9 euro e 90) scritto da Antonella Napolitano.

La rete per trovare il lavoro dei sogni”, nel sottotitolo, vuole essere un incoraggiamento a usare in modo corretto e consapevole questo potente strumento di ricerca lavoro, che può essere una fonte importante di opportunità.

Questo senza dimenticare quanto detto da Demostene:

“Piccole opportunità sono spesso l’inizio di grandi imprese”.

Crisi economica e lavoro che scarseggia. Se volessi incoraggiare all’uso di LinkedIn chi oggi cerca lavoro cosa diresti?

Gli direi che LinkedIn ci dà la possibilità di avere un CV sempre aggiornato in Rete, e che – mediamente – il nostro profilo sul social network è il terzo risultato nelle ricerche col nostro nome. Inoltre, molti studi dimostrano che sono le reti di contatti meno stretti a darci maggiori possibilità di trovare lavoro (in sociologia, la base è la teoria dei legami deboli di Granovetter). LinkedIn dà la possibilità di fare una cosa “vecchia” in modo nuovo: visualizzare le reti di contatti altrui, il “chi conosce chi”. E lo fa mostrandoci legami e relazioni, in modo da darci indicazioni su come arrivare a contattare persone o aziende. E poi tocca a noi.

Quali sono i cambiamenti più importanti avvenuti su LinkedIn dopo la pubblicazione del libro?

Intanto il numero di utenti: quando ho iniziato a scrivere il libro, esattamente un anno fa, i numeri ufficiali parlavano di 100 milioni di utenti, cifra raggiunta a marzo 2011. A fine marzo 2011 – ultimi dati ufficiali – il numero è arrivato a 161 milioni di utenti in più di 200 Paesi. Un tasso di crescita impressionante.

Tra le novità dell’ultimo anno: l’introduzione delle statistiche per i gruppi e l’acquisizione di SlideShare (un passo molto sensato). E l’inevitabile lavoro sulle app: a fine aprile è arrivata quella per iPad e a maggio quella per Windows phone (l’ultimo aggiornamento di quelle per iPhone e Android risale ad agosto).

Più in generale, va notata una maggiore attenzione sia agli studenti che agli over 50: trovate diverse informazioni sul blog di LinkedIn. Dal 7 giugno, inoltre, entrerà in vigore una nuova policy sulla privacy, date un’occhiata.

L’headhunter intervistato alla fine sconsiglia il collegamento LinkedIn-Twitter mentre nel libro si legge che questo potrebbe aiutare a tenere aggiornato il profilo. Soluzione intermedia consigliata?

Con una semplice impostazione potete scegliere di condividere su LinkedIn solo alcuni dei contenuti segnalati su Twitter usando l‘hashtag #in. Più in generale, collegate i due account solo se il vostro uso di Twitter è moderato e soprattutto coerente con quello di LinkedIn (quindi: legato al lavoro) o creerete una sovrabbondanza di contenuti non pertinenti, annoiando o infastidendo chi segue i vostri aggiornamenti.

Le tre aziende italiane indubbiamente da “visitare” per prendere buoni spunti?

Ci sono alcune aziende e organizzazioni italiane che iniziano a lavorare su LinkedIn, ma ancora non al livello di quelle internazionali. Ve ne consiglio tre straniere, o meglio, che lavorano su scala mondiale: due in ambito tecnologico: IBM (col maggior numero di iscritti ai propri aggiornamenti su LinkedIn), Nokia e… Louis Vuitton! Date un’occhiata alle loro pagine, troverete molti spunti e buone idee, oltre a tenere d’occhio la bacheca degli annunci di lavoro!