
DRM: che cosa sono?
DRM è l’acronimo di Digital Rights Management e si usa per indicare una tecnologia creata con l’intento di controllare l’uso di un contenuto digitale. In pratica, attraverso un DRM un editore può tentare di imporre ai lettori delle regole sull’utilizzo di un ebook; una casa discografica può provare a impedire la copia di un file MP3; una software house può cercare di limitare l’uso di un programma a un certo numero di utenze.
A cosa servono?
I DRM nascono dal tentativo di controllare gli aspetti legati alla distribuzione e all’utilizzo dei prodotti digitali, per tutelare il diritto d’autore e gli altri diritti connessi, limitando la diffusione di copie illegali.
Ma sono tutti uguali?
No, esistono diversi tipi di DRM, più o meno diffusi, più o meno attuali, più o meno invasivi.
Quali sono le alternative?
Nell’editoria, la scelta si riduce generalmente a tre strade.
- Non applicare nessun DRM. In questo modo acquistare un ebook è equivalente ad acquistare un libro cartaceo, ma con i vantaggi del digitale: possiamo leggerlo, prestarlo, regalarlo, ma anche stamparlo, copiarlo, condividerlo, senza alcun limite oltre quello legato alla compatibilità tra formato ed ebook reader (ma questa è un’altra storia…).
- Applicare un soft DRM, cioè una forma di protezione non invasiva, come il social DRM. Grazie a questo tipo di DRM, spesso chiamato anche filigrana o watermark, il file viene semplicemente personalizzato con le informazioni del suo legittimo proprietario. Per fare il paragone con il libro cartaceo, è come acquistare un prodotto su cui è applicata un’etichetta con nome, cognome e l’indirizzo di casa: non ci faremo scrupoli a condividerlo con tutti coloro di cui abbiamo fiducia, ma esiteremo prima di distribuirne copie illegali.
- Applicare un hard DRM, come il famigerato DRM Adobe. Questo sistema di protezione consente all’editore di definire a priori il modo in cui l’ebook può essere utilizzato in maniera piuttosto dettagliata: per esempio impedirne la stampa e la copia e limitarne la lettura su un numero di dispositivi autorizzati. Si tratta di una tecnologia proprietaria Adobe e non deve stupire quindi che per leggere un ebook protetto da questo DRM sia necessario un ID Abode (e per ottenerlo occorre una registrazione) e che, nonostante sia compatibile con molti ebook reader, questo DRM non consenta la lettura né con il Kindle di Amazon, né con iBooks di Apple.
Ma queste protezioni funzionano?
Così come i DVD possono essere rippati e i software crackati, anche i DRM che vincolano gli ebook possono essere (più o meno facilmente) eliminati, liberando il file da qualsiasi limitazione. Plugin, tutorial e tool di ogni genere non mancano 😉
E allora?
E allora bisogna essere consapevoli di tutto questo quando si acquista un ebook così come quando lo si pubblica.
Ci sono circostanze o ambiti in cui la necessità di protezione ha un valore tale da giustificare l’uso di una qualche forma di DRM.
Tuttavia, in linea di principio, un libro altro non è se non un contenitore che raccoglie e porta in giro delle idee e più se ne semplifica l’accesso, meglio è. Meglio è per l’autore, che vedrà il suo pensiero raggiungere gli altri; meglio è per il lettore, che potrà godere dell’esperienza della lettura nella maniera più personale e libera possibile; meglio è anche per l’editore, anche per motivi decisamente pragmatici: un cliente soddisfatto può diventare un cliente fedele e più un prodotto circola, più se ne amplifica la visibilità e se ne incoraggia l’acquisto.
Come lettori possiamo scegliere tecnologie, prodotti, formati più aperti possibili, senza vincolarci a produttori specifici. Per esempio, perché non acquistare un EPUB invece di un MOBI? Avremo un ebook più ricco, costruito utilizzando uno standard aperto e che non ci vincola a un unico ereader, spingendoci a scegliere prodotti da un unico negozio. Così, quando scegliamo un ebook, proviamo a considerare il social DRM come un modo per ripagare il frutto del lavoro di tante persone che hanno scelto di darci fiducia.