Le donne che hanno ottenuto brevetti  sono cresciute esponenzialmente negli ultimi 35 anni, a un ritmo e in numero più alti di quanto previsto. Lo stabilisce un recente studio commissionato dal National Women’s Business Council.

Stando ala ricerca, nel 2010 sono stati 22.984 i brevetti accordati alle donne, un 35% in più dell’anno precedente. Nel 2009, infatti, erano stati solo 17.061, ossia solo un 4.5% in più rispetto ai 16.321 del 2008.

Questi sono solo i risultati preliminari di uno studio che ha preso in esame tutti i brevetti assegnati dal U.S. Patents and Trademarks Office (l’ufficio brevetti americano)  tra il 1975 e il 2010.

Uno studio per determinare quante donne sottopongono e ottengono brevetti

La NWBC ha commissionato questa ricerca alla società privata Delixius Inc. per determinare la quantità di donne che sottopone e quindi ottiene brevetti. Lo studio, che analizzerà anche quante donne possiedono marchi registrati, è il primo di questo tipo ad affrontare la questione in profondità, principalmente perché chi sottopone un brevetto o registra un marchio negli Stati Uniti non ha mai dovuto fornire indicazioni riguardo al genere. Da quest’ann0, invece, una legge appena approvata obbligherà a tenere traccia del sesso degli applicanti.

Secondo il dirigente della NWBC Donna James, le ricerche sulla proprietà intellettuale possono aiutare a gettare luce sul potenziale di crescita delle imprese a conduzione femminile.

La proprietà di brevetti e marchi registrati è spesso un indicatore di attività imprenditoriale

“La proprietà di brevetti e marchi registrati è spesso un indicatore di attività imprenditoriale – e storicamente le donne non sono state un segmento molto corposo di questo gruppo.

Una crescita nel possesso di proprietà intellettuale potrebbe indicare una forte crescita delle compagnie gestite da donne – ha dichiarato James – La NWBC ha fortemente voluto questo studio perché ben poca ricerca ha analizzato specificatamente la connessione tra business gestiti da donne e proprietà intellettuale.

L’articolo originale scritto da  Simone Brummelhuis per The Next Women è stato pubblicato il 10 gennaio 2012. Traduzione Justine Bellavita