Kveta Pacovska
Kveta Pacovska

Kveta Pacovska

Kveta Pacovska non è una graphic designer. Come tante donne ha molti talenti: illustra, insegna, dipinge, progetta, scolpisce, inventa, costruisce, sempre con grande intensità grafica. Nessuno si offenda se affermo che Kveta ha elevato la grafica ad arte (plastica).

Il suo nome e cognome ceco (ndr. Repubblica Ceca) è difficile da trovare in rete, scritto in molti modi diversi e pieno di accenti sconosciuti agli anglosassoni: Kveta Pakovskà, Kvéta Pacovska, Kvèta Pacovskà, Květa Pacovská. L’ho cercata lungamente su Google per riuscire ad ottenere risultati che le rendessero giustizia.

La sua biografia non è presente su Wikipedia in italiano, né ha un sito personale, tanto meno è presente sui Social Network più conosciuti. Mi piace anche per questo.

Eppure a Kveta Pacovska (non me ne voglia se scrivo così il suo nome) le sono stati attribuiti moltissimi riconoscimenti internazionali: Golden Apple di Bratislava, Gran Prix del Premio Catalogna, La Foglia d’oro a Francoforte, il Graphic Prize, il Premio Hans Christian Andersen dal 1992 al 2009. E si potrebbe continuare.

Kveta Pacovska - Works

Nata a Praga nel 1928, ha iniziato progettando libri illustrati per ragazzi intesi come oggetti d’arte e di design, tridimensionali, bucati, trasparenti, tattili, coloratissimi. I suoi libri sono stati tradotti dal danese al cinese: solo su deastore.com troverete 29 suoi libri in francese, 23 in inglese, 12 in tedesco, 7 in italiano, 6 in spagnolo.
Ha insegnato all’Accademia delle Belle Arti di Berlino, ha realizzato il giardino del Chichiro Art Museum di Nagano, in Giappone.

I suoi disegni e le sue sculture in carta sono state esposte nei più importanti musei e gallerie del mondo, e ha al suo attivo più di quaranta mostre personali.

Pur essendo già riconosciuta a livello internazionale per il suo impegno nelle arti plastiche, fino al 1993 non la conoscevo: poi mi hanno portato alla Fiera del Libro per Ragazzi a Bologna, dove è stata anche nella veste di Ospite d’Onore. E ne sono rimasta folgorata.

Negli anni a seguire, ogni volta che sono andata a Bologna, uno dei miei primi pensieri era ottenere, in modo lecito o no, una sua opera in qualsiasi lingua la trovassi.

Oggi, nascosto da occhi distratti o indifferenti, ho il suo libro “MitterNachtSpiel”, rigorosamente in tedesco, edito nel 1992 da Verlag Neugebauer Press: delicato, fantasioso, assolutamente comprensibile malgrado la lingua, opera cartotecnica e opera grafica.

Kveta Pacovska a me ricorda Kandiskij, Munari, Balla: una grande creatività, originalità, poesia e colore in chiave astratta, pura, grafica, innocente. È la sua purezza che la rende così adatta ai bambini: la potete scoprire su Vimeo in video datati ma completi sui suoi pensieri e riflessioni.

Il 30 marzo 2011 l’Auditorium Parco della Musica ha ospitato la sua prima mostra personale a Roma (sì, avete capito bene, la prima a Roma!), esponendo una ventina di opere e alcuni manifesti, con Workshop e Seminario a seguire di tre giorni.

Kveta Pacovska è una signora sobria ed essenziale, profonda e colorata. Nel 2011, a 83 anni, illustra, insegna, dipinge, progetta, scolpisce, inventa, costruisce, sempre con grande intensità grafica. Che bellezza.

PS. Permettetemi di citare la libreria bolognese Giannino Stoppani che il 30 gennaio 2011 ha promosso l’ultimo libro della Pacovska “Uno, cinque, tanti” invitando tanti bambini a leggerlo, sfogliando i suoi ritagli e frammenti argentati.