
Federica, tecnico Apple che collabora con noi da qualche mese, ci racconta come ha vissuto la scomparsa di Steve Jobs.
Quando, alle due di notte mi squilla il telefono e la voce del mio ragazzo all’altro capo mi dice che è morto Steve Jobs, sono convinta che sia uno scherzo. Un po’ tutti ci aspettavamo questa cosa da tempo, tutto il mondo parlava della malattia che lo stava facendo scomparire poco a poco. Ma non ci aspettavamo che sarebbe successo davvero, come se Steve Jobs fosse un personaggio mitologico, un Ulisse della tecnologia, uno di quei personaggi fantastici che nascono dalla mente di uno scrittore e che rimangono invariati nei secoli.
La home page del sito di Apple però, ci riporta alla realtà del fatto che uno dei più grandi innovatori del nostro tempo se n’è andato all’età di 56 anni, lasciandoci in eredità la sua storia e i prodotti che hanno cambiato il modo di vedere la tecnologia.
Jobs nasce a San Francisco nel 1955 e viene adottato appena nato. Dopo il diploma si iscrive al Reed College per poi lasciarlo dopo 6 mesi. Lavora alla Atari con Steve Wozniak con il quale, nel 1976, fonda la Apple Computer. Insieme al suo amico crea, nel garage della casa dei suoi genitori, il loro primo computer : l’Apple I, al quale segue, nel 1977, il primo personal computer Apple II. Nell’ 1985 Jobs fu licenziato dalla Apple a seguito di problemi con l’amministratore delegato Sculley, e all’età di trent’anni, decise di ricominciare da capo fondando la NeXT Computer.
Proprietario della Pixar, dal 1997 diventa CEO ad interim della Apple e rimane tale fino all’agosto di quest’anno.
In questi anni Jobs ha lanciato i prodotti che maggiormente hanno influito e rivoluzionato il mondo della tecnologia e la nostra vita quotidiana, a partire dall’iMac (il primo computer all-in-one) fino ad arrivare ad iPod, iPhone e iPad.
La notizia della sua morte ha percorso in pochissimo tempo tutto il globo, scatenando reazioni forti e scalzando ogni altra notizia. Migliaia di persone si sono raccolte davanti alla sede della Apple a Cupertino e di fronte agli Apple Store in giro per il mondo con la voglia di celebrare quello che è stato definito ‘il genio del nostro tempo’.
La lezione che una persona così straordinaria ci ha dato, se siamo stati sufficientemente attenti da coglierla, è stata quella di non rimanere intrappolati nelle regole che altri ci hanno imposto e di non essere ancorati a quello che gli altri ritengono che sia giusto e adeguato per noi. Credere in quello che si è ed in quello che si può diventare, perché la sua storia di vita ce lo insegna.
Nel suo discorso a Stanford diceva di chiedersi se quello che avrebbe fatto in quel giorno sarebbe stato quello che avrebbe voluto fare anche se fosse stato l’ultimo giorno della sua vita. Ecco per me, come credo per la maggioranza di noi, non è sempre così. Spesso gli impegni, le difficoltà e la routine non ci fanno apprezzare nell’immediato quello che facciamo, ma è importante sapere che, guardandoci indietro, sapremo ‘collegare i punti’ per capire di essere nella direzione giusta.
L’eredità che Jobs ha lasciato dentro di me, e quello che ha insegnato un po’ a tutti quelli che lavorano in questo mondo, è stato avere il coraggio di seguire le proprie intuizioni. La sua vita ha reso le nostre decisamente migliori.
Grazie, Steve.
bellissimo