

Foto: El blog de Laura Alejandro
Qualche tempo fa mi piaceva uno, una sera stavamo chattando online, e mi ha chiesto: “Ma tu che lavoro fai?” Per far colpo su di lui, ho scelto una forma flirtosissima che lo incuriosisse e gli facesse capire che ero una “simpatica” ma non un tipo: “Sono una che fa incontrare le persone ma sta attenta che non bestemmino“. Adesso non vi racconto come è finita con lui, ma sappiate che non sono mai riuscita a trovare una spiegazione migliore per la dicitura presente sul mio biglietto da visita: Community Manager.
In altre parole, faccio sì che un gruppo di persone che si incontrano online abbiano modo di conversare, condividere informazioni, conoscersi, trovandosi a proprio agio. Questo significa che li aiuto non solo a trovare motivi di “chiacchiera”, ma soprattutto faccio in modo che possano stare all’interno della community in modo facile, utile e usabile. E più in generale, che vivano nel rispetto degli altri e delle regole. A partire da quelle dettate dal “buon senso” (ad esempio, non creare flame, non insultare,…) fino alle norme sul copyright, la privacy e la tutela della persona.
Va detto che il Community Manage se necessario presta supporto tecnico e qualche volta, davanti alle difficoltà più difficoltose… anche morale!
Quali competenze servono per diventare Community Manager?
Innanzitutto sappiate che non esiste una laurea. Non esiste una specializzazione. Community Manager non si nasce, ma si diventa magari per predisposizione o per fortuna, ma mai per caso. E soprattutto lo si diventa sul campo, gestendo le criticità, imparando a far rispettare le regole, definendo conversazioni e stili di comunicazione.
Non avete mai gestito una community ma quel curriculum lo vorreste mandare lo stesso?
Fate bene, c’è sempre una prima volta. Mettete in evidenza le vostre esperienze online e, se siete certi che non vi facciano sfigurare, i vostri profili nelle principali community online e social network. Se ne sapete qualcosa, mettete in evidenza che conoscete le principali social app (e software), i sistemi di monitoring e di analisi dei dati. Se non sapete cosa siano, non fingete, ma provate a cercare online informazioni e se fate un colloquio raccontate quello che avete scoperto.
Al di là delle competenze tecniche, un Community Manager è una persona dotata di una forte empatia, di un certo spirito di abnegazione (talvolta ci si trova a difendere posizioni che magari non sono quelle che condividiamo, oppure a dover decidere chi ha ragione fra due litiganti che ci stanno entrambi simpatici) e di molta, molta e se non l’ho ancora detto molta pazienza.
Molto spesso non ci sono orari, ferie e vacanze (in un mitico Ferragosto moderai più di 800 commenti, lo scorso Natale venne fuori che c’era una sospetta violazione di privacy, ma non lo era… ma in ogni caso ero lì che controllavo e mandavo mail… 😀 ), bisogna sapersi organizzare in modo da poter smaltire il lavoro in modo coerente con gli orari della community che si gestisce (ad esempio una community di amanti di una trasmissione televisiva probabilmente sarà molto attiva soprattutto durante e poco dopo la sua messa in onda) e bisogna saper gestire l’ansia (sia di coloro che frequentano la community che la propria!).
Per dare al mio lavoro una chiave piuttosto ironica, ma anche concreta, ho iniziato a scrivere sul mio blog le regole del Community Manager, eccole. Ho appena iniziato a scriverle, ma se volete potete darmi una mano con osservazioni, domande, critiche e spunti. Del resto anche questo post può dare vita a una piccola community, no? 🙂
Auro
(Foto: El blog de Laura Alejandro)
La tua definizione di Community Manager è stupenda (oltre che molto vicina alla realtà!).
Seguirò il tuo blog!
Grazie Michele 🙂
Come ho già scritto di là ;-), sei bravissima a spiegare e insegnare questo mestiere, anche per chi non lo fa a tempo pieno, ma vuole comunque tenere aperto un blog aziendale, una pagina Facebook, qualunque conversazione online.