ux treasure map

Leonora Giovanazzi è architetto dell’informazione e lavora in enter, dove si occupa di progettazione di esperienze utente ed ambienti interattivi per il web e il mobile. Il sito di 3 Italia è la sua ultima fatica più nota e “Frammenti di realtà” è il fotoblog in cui cerca di fissare e condividere l’eccezionalità del mondo in cui viviamo.

Dopo questa formalissima bio immagino che la maggior parte di voi si stia chiedendo che diamine di lavoro faccia un architetto dell’informazione (in inglese information architect), ovvero cosa diamine sia l’architettura dell’informazione. Wikipedia risponde così:

L’architettura delle informazioni comprende l’analisi, la scelta e la progettazione degli strumenti tecnici e culturali per l’organizzazione, la catalogazione, la ricerca, la navigazione e la presentazione di contenuti e dati nei vari formati disponibili (digitali e non).

Ovvero il mio lavoro consiste nel fare in modo che i contenuti dei siti siano trovabili, comprensibili, memorizzabili nella loro posizione e ritrovabili nel tempo. Per fare tutto questo occorre capire a fondo il cliente e il contesto in cui opera bombardandolo di domande, comprendere a fondo le tipologie di utenti a cui intende parlare (aiutandolo magari a scoprirle), recuperare tutte le informazioni di cui disponde e riorganizzarle attraverso un inventario strutturato, osservare scrupolosamente tutto ciò che è stato fatto dai competitor (dichiarati e non dichiarati) e prendere il meglio da ciascuno. Dopodiché sulla base di tutte queste informazioni, progettare.

Spesso mi sento chiedere “ma cosa hai studiato per fare questo lavoro??” oppure “io al massimo mi sento un geometra dell’informazione, come faccio a migliorare?“. Inizio a rispondere alla domanda più facile. Ecco quello che ho studiato:

  • Linguaggi dei Media, Corso di laurea triennale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
    Ciò che più ho trattenuto di questi tre anni sono state le materie letterarie, essendo il corso di laurea sotto la facoltà di Lettere e Filosofia: letteratura italiana II, storia dell’arte contemporanea, storia contemporanea. Un buon architetto dell’informazione deve anzitutto conoscere il contesto degli oggetti che fa a progettare e la cultura delle persone che ne fruiranno.
  • Tecnologie per la Comunicazione, Master (formalmente un biennio pari a una laurea specialistica) presso l’Università della Svizzera italiana di Lugano (CH)
    Emigrata in svizzera mi sono messa nelle mani di persone che questo lavoro lo facevano da più tempo rispetto all’Italia e finalmente ho iniziato a capire che il web era ciò che mi divertiva di più (l’idea originaria era di “fare software” e ora ringrazio di aver cambiato idea).

Riguardo alla seconda domanda, ovvero sul come imparare/migliorare, quello che posso dirvi è che non c’è molta teoria da imparare. O meglio, quasi tutta la teoria che c’è in realtà è pratica sulla quale qualcuno ha tratto delle conclusioni.
Per cui, siate artefici del vostro destino e passate da geometri ad architetti sul campo. La teoria scrivetela voi. Fate e disfate, e quando una soluzione vi sembra particolarmente funzionale, cercate di descriverla e di condividerla con gli altri, nelle occasioni di incontro come il Summit italiano di Architettura dell’Informazione.

Come potrete immaginare l’architettura dell’informazione è strettamente legata alla User Experience, ovvero all’esperienza nella sua totalità che voi decidete di offrire all’utente. Alla UX andrebbe dedicato un post a sè, ma vi piazzo la Ux Treasure Map di Morville che è sempre molto utile per capire, negli step iniziali, con che strumenti e metodologie è possibile raccogliere e modellare le informazioni.

ux treasure map

Ux Treasure Map di Peter Morville

Per una spiegazione dettagliata di questa mappa vi rimando al sito di Morville. A proposito di Morville, lui è il papà dell’architettura dell’informazione per il web perché ha scritto, insieme a Louis Rosenfeld, questo libro (su Amazon.it a 30 euro).

Ecco, concludo lasciandovi una serie di risorse che mi hanno aiutato in questi anni.

Termino svelandovi un segreto: non dovete avere paura di provare e cimentarvi perché non sempre esiste per forza una soluzione giusta e una sbagliata. Esistono solo le vostre motivazioni.

Buon lavoro a tutti 🙂