
Wikipedia descrive così il Crowdfunding:
Crowd funding (o crowdfunding o crowd financing): processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizzano il proprio denaro in comune per supportare gli sforzi di persone ed organizzazioni.
Lo scopo di un’iniziativa di crowdfunding è infatti quello di raccogliere un capitale per la realizzazione di un progetto, tramite tante piccole donazioni sfruttando l’aiuto, le potenzialità e i meccanismi della rete.
Gli ambiti in cui si può sviluppare un’iniziativa di crowdfunding sono tanti:
Per la beneficenza 2007 è stato lanciato Causes, un’applicazione che permette di avviare una raccolta di denaro per cause benefiche e condividerla con i propri contatti.
Nell’ambito musicale Sellaband premette a gruppi musicali emergenti di accumulare il denaro necessario per registrare un album professionale, mentre il sito Kickstarter.com permette poi di finanziare progetti imprenditoriali senza sponsor con un budget di startup dichiarato in partenza. Un countdown monetario indica quanto manca affinché l’idea possa prendere forma.
Ma vediamo cosa succede in Italia
L’italiano Alberto Falossi ha fondato Kapipal, un sito per la raccolta di denaro on-line che fa crowdfunding per motivi molto diversi. Ecco il suo Kapipalist Manifesto.
1. Your Friends Are Your Capital
Your social network friends and contacts can help you to raise capital.
2. Your Friends Make Your Dreams Come True
Any of your contacts can make a contribution, no matter how small.
Together they will help in achieving your every wish, project, and
dream.
3. Your Capital Depends on the Number of Friends
Many contributions can build big capital. The more contacts you have,
the greater your chances of reaching the amount you need.
4. Your Capital Depends on Trust
Contribution doesn’t happen automatically. Even if you contact a large
number of people, you must still gain their trust, especially if you
don’t know them personally.
5. Your Capital Grows by Word Of Mouth
Your friends can contribute by giving money, but also by spreading the
word. This will help your social network grow, and increase the
probability of reaching your goal.
Sempre in Italia è presente Youcapital.it che si è presentato con queste parole:
Il progetto, non-profit, è realizzato dall’Associazione Culturale Pulitzer, che ha l’obiettivo di promuovere strumenti e attività a sostegno della progettualità individuale e di gruppo, nel mondo del giornalismo, dell’ informazione e della comunicazione. […] La piattaforma Youcapital consentirà a giornalisti ed operatori del settore di pubblicare progetti, raccogliere adesioni e sostegno, ma soprattutto il finanziamento proveniente da donazioni ed erogazioni liberali, secondo il modello analogo già sperimentato con successo negli Stati Uniti di Spot.Us. Alla sua realizzazione partecipano con vari ruoli e competenze, Eleonora Pantò, Roberto Zarriello, Vittorio Pasteris e un network di operatori dell’informazione distribuito su tutto il territorio nazionale.
Quest’anno, inoltre, al Festival del Giornalismo di Perugia è stata varata la versione italiana di Spot.us, la piattaforma che consente di finanziare inchieste giornalistiche dal basso.
Insomma, nobili o frivole che siano, grazie al crowdfunding le vostre iniziative hanno ancora una speranza. Tant’è che l’ho voluto provare personalmente.
La mia esperienza
Alla fine di luglio ho comprato una favolosa city bike. Mi è costata un po’ di sacrificio ma ne è valsa la pena, la desideravo da tanto.
Dieci giorni dopo me l’hanno rubata.
Era legata ad un palo con la catena ed il lucchetto, in pieno giorno, in centro.
Dramma.
Presa dalla depressione torno a casa a piedi e mi metto al pc a leggere un po’. Viene fuori un articolo di Repubblica.it in cui si parlava di un uomo che era riuscito a pagare le sue vacanze grazie a twitter raccogliendo soldi e facendosi ospitare.
Se un uomo era riuscito in questo io, Geek Girl toscana, sarei riuscita a ricomprarmi la bicicletta?
In pieno agosto non era un’impresa facile e non ci speravo poi così tanto. Nella più rosea delle aspettative avrei forse racimolato i soldi per il lucchetto.
Ho messo sul mio blog (http://www.nouv.it) un bottone per le donazioni di paypal e ho sparso un po’ la voce.
Grazie a un giro di retweet selvaggi ed all’hashtag #finanziarelabici l’iniziativa è partita bene e sono arrivata a un decimo della cifra prefissata in una sola sera. In molti erano entusiasti ed alcuni si sono azzardati persino a definire il mio un “esperimento sociale”.
Com’è andata a finire? Sono passati 10 giorni e grazie a donazioni piovute da ogni parte d’Italia (ma anche da New York, Londra, Dublino e dalla Francia) ho raggiunto la cifra prefissata. Miracoli estivi 2.0.
Chiara Ferretti
Chiara e vive “nel vecchio, triste e umido valdarno”. Nella vita è un grafico e web designer, anche se per pagare il mutuo fa la barista al cinema di sera e la tabaccaia di giorno.
Geek per natura. Malata di social media e comunicazione 2.0.Ha “il cervello multitasking”.
Grande appassionata di fotografia, di musica (buona) e di cinema.
Online la trovate su Linkedin e sul suo blog http://www.nouv.it/
Geniale la storia della bici Chiara!
In Irlanda, dove tutti i cittadini si adoperano per la raccolta fondi delle associazioni noprofit, è molto utilizzato questo sistema. Un paio di miei amiche l’hanno utilizzato in occasione della mini marathon. Un po’ mi ha ricordato il sistema delle lotterie che si utilizza in Italia, più di una volta colleghe mi han venduto biglietti di lotterie per finanziare piccoli progetti dell’asilo delle figlie.
Qui un altro esempio : http://schiseta.it/bici/