Amazon Kindle

Ho prenotato il Kindle non appena Amazon, l’autunno scorso, ne ha annunciato l’edizione International; così il mio Kindle è arrivato con il primissimo cargo diretto per l’Europa, e l’ho avuto in mano 21 ottobre. Da allora non me ne sono mai pentita 🙂

Dalla più tenera età sono sempre stata una divoratrice di libri, ma, col tempo, ho iniziato a considerare con distacco il possesso del libro come oggetto in sè. Traslochi, raptus di space clearing, l’arrivo di un figlio (divoratore di spazio e tempo) mi hanno fatto constatare che molti dei libri che ho in casa non li ho mai riletti e mai li rileggerò, e restano ad occupare spazio e prendere polvere togliendo respiro alle novità; così qualcuno l’ho regalato, qualcun altro l’ho lasciato in un bookcrossing corner, e ho cominciato a considerare con più attenzione se valesse la pena comprare piuttosto che prendere in prestito (il servizio bibliotecario di Ravenna è piuttosto fornito).

Negli ultimi anni ho anche comprato (spesso per lavoro) molti libri su Amazon, sopportando il disagio di doverli aspettare per settimane prima di leggerli. E, a ogni partenza per le vacanze, ho affrontato il dilemma se fosse meglio appesantire la valigia piuttosto che rischiare di trovarmi a metà della vacanza senza nulla di interessante da leggere.

Il Kindle ha radicalmente cambiato (in meglio) la mia vita di lettrice.

Chi, senza averlo provato, dice che l’iPad sarà meglio, o che gli eBook si possono leggere anche sul computer, con tutto il rispetto non sa di cosa parla. Sullo schermo E-Ink gli occhi si stancano molto meno che su un video retroilluminato: un conto è fare zapping fra un sito e l’altro, usare la posta elettronica, leggere due cartelle, cose che facciamo comodamente ogni giorno sul nostro computer e che presumibilmente faremo altrettanto bene sull’iPad, e un altro è affrontare un testo più lungo di qualche pagina: alzi la mano chi di voi non si è stampata un documento un po’ lungo “per leggerlo con comodo”.

Oltre che riposante per gli occhi, il Kindle è una salvezza per schiena e polsi: in tre etti scarsi (meno del peso e dell’ingombro di un numero di Wired) mi porto nella borsa più libri di quanti ne riuscirò a leggere in mesi di viaggio, e leggo la sera a letto senza stancarmi. Grazie ai consumi ridottissimi (l’E-Ink usa energia solo quando si cambia la pagina), se lo carico bene prima di partire posso tranquillamente lasciare a casa il caricabatteria, perché durerà almeno una settimana.

Parlando di risparmio, ho pagato il Kindle circa 250 euro, compresa iva, dogana e spedizione. Da quando l’ho comprato, ho acquistato 11 libri, con un risparmio medio di 5 euro sul prezzo d’acquisto rispetto all’edizione normale, più (considerando i costi medi di spedizione da Amazon UK e il fatto che di solito compro un paio di libri alla volta), altri 5 euro abbondanti per l’invio; posso quindi considerare di aver già ammortizzato oltre il 40% del costo d’acquisto, in soli quattro mesi e mezzo. Inoltre, ho la soddisfazione di aver risparmiato anche un bel po’ di CO2, materie prime, costi ambientali di stampa, trasporto e smaltimento rifiuti: per me anche questo risparmio è una bella motivazione.

Non solo ho avuto a disposizione i miei libri un minuto dopo averli acquistati, ma, nel frattempo, mi sono capitati sotto gli occhi decine di libri che mi facevano voglia: per molti di questi, mi sono scaricata un free sample, normalmente l’indice e uno o due capitoli che mi danno un’idea più chiara del fatto che valga o no la pena di comprare tutto il libro: molto più di quanto potrei fare sfogliando qualche pagina fra gli scaffali di una libreria.. Se alla fine del sample mi convinco a comprare il libro, mi basta cliccare su buy e, nel giro di un minuto, sono accontentata.

Sul Kindle non ho solo libri acquistati da Amazon: ho convertito (gratuitamente) decine di documenti PDF nel formato AZW, con risultati accettabili quando si trattava di testi formattati in modo semplice, meno brillanti in caso di layout complessi o pagine illustrate. Devo ammettere che, quando ho visto dal vivo un Kindle DX (la versione più grande, in vendita al momento solo negli USA), ho invidiato il proprietario, che ci legge tranquillamente sopra documenti che io ancora devo sfogliare sul MacBook o stampare.

Ho anche scaricato l’iPhone App, con la quale posso avere sull’iPhone tutti i libri acquistati nel Kindle Store. Molto comoda per impiegare utilmente quelle inevitabili pause – code, sale d’aspetto, brevi spostamenti sui mezzi – nelle quali non ho in borsa il Kindle, ma sicuramente ho in tasca il telefono. Ogni volta che leggo uno dei miei eBook sull’iPhone, mi viene in mente un’intervista a Umberto Eco, in cui il professore consigliava di avere sempre in tasca un libro per sfruttare tutti i tempi morti della vita quotidiana; e sorrido fra me al pensiero che ora non rischio più di dimenticarmene.

Mi sono interrogata sulla natura ambigua dell’acquisto dei libri dal Kindle Bookstore: in effetti, la natura di questa transazione è più quella di un prestito a vita, in cui non solo Amazon sa quali libri ho acquistato, ma tiene anche traccia dell’ultima pagina che ho letto (e infatti me la ripropone cortesemente se apro sull’iPhone un libro che avevo chiuso sul Kindle). Per il momento accetto di lasciare queste informazioni, allo stesso modo in cui accetto che Google sappia quali siti frequento e cosa faccio in rete, in cambio dell’infinita comodità di uso che ne ho in cambio. Anche sulla questione formato proprietario vs. formato aperto, ho rinunciato volentieri a impegnarmi nei numerosi flame in rete, preferendo laicamente spegnere il computer e mettermi a leggere.

Ovviamente, ci sono libri che non ha senso acquistare in versione elettronica: fra gli ultimi che ho comprato, slide:ology, che è un piacere per gli occhi a sfogliarlo, ma anche l’ultimo romanzo di Carofiglio in edizione Sellerio (qui la scelta è obbligata, vista la scarsità dell’offerta di eBook da parte di editori italiani..), e ogni libro illustrato o – per qualche motivo – prezioso.

Non penso (né mi auguro) che il libro di carta scomparirà, ma spero che in futuro si sprechi molta meno carta e inchiostro, girino molti meno TIR e rotative, e gran parte dei testi – ad esempio quelli su cui studierà mio figlio a scuola – si dematerializzino. Useremo la carta quando serve, ma leggeremo il resto (qualunque forma abbia preso il libro) su lettori di eBook che nel frattempo saranno diventati molto migliori del Kindle 🙂

Nota a margine: Kindle mi ha fatto anche sperimentare nuovamente il fatto che i prodotti veramente buoni trasformano spontaneamente i clienti in evangelisti: di Kindle ho parlato a tutti i miei conoscenti e amici, e ne ho scritto più volte sul mio blog, quiqui. La “viralità” non si crea a tavolino in agenzia, ma scaturisce da sola dalle idee migliori!

Alessandra Farabegoli si occupa di internet, digital media e di costruire progetti di buona comunicazione in rete. Ama la trasparenza della rete e scrive di lavoro, politica, libri, tango e tutto il resto di cui è fatta la sua vita.