foto di Caramellamenta
Foto di Caramellamenta

Foto di Caramellamenta

Non esistono delle regole vere e proprie per scrivere, oltre quelle di essere capaci, di conoscere l’italiano e di avere qualcosa da dire.

Non me ne vogliano coloro che dell’arte di insegnare a scrivere – oltre la scuola dell’obbligo – ne hanno fatto mestiere. Faccio solo delle considerazioni.

Sostengo tra l’altro che vi sono persone che fanno gli scrittori e persone che sono scrittori e anche qui il distinguo aprirebbe scenari pressoché infiniti ma torniamo a faccende meno complicate anche se certamente, non meno importanti.

Scrivere significa comunicare. Ci sono molti modi, molti mezzi per farlo. Internet ha aperto infinite possibilità e con la sua connaturata capacità di autoregolamentarsi, in qualche maniera, ridefinisce sempre le regole della buona scrittura.

Mi occupo di contenuti web e spesso mi sento dire: vogliamo scrittura aggressiva, da internet. Ahi, cliché. Brevità, sintesi. Cliché anche qui? Forse ma se sei capace di dire qualcosa in tre righe, lo saprai dire in dieci, il contrario accade molto meno.

Ho assistito con molto divertimento – un po’ sadico, lo ammetto – a professionisti della carta stampata costretti ad approdare alla rete, che replicavano le stesse dinamiche e si terrorizzavano di fronte al primo commento. Una delle cose più buffe mi è accaduta scoprendo il blog attribuito a un famoso critico cinematografico. I commenti erano tutti finti. Nessuno mai si sarebbe sognato di firmarsi A.B. 37 anni da Ancona e similari. Quel blog è, di fatto, morto appassito rimpinzato così com’è di commenti surreali, anche se ancora tecnicamente operativo.

Non vi sto dicendo niente di nuovo, ma poco altro come il web viene sezionato e teorizzato in modo parziale. Idem il mondo scrittura. Vi sono scrittori approdati nel web che sono riusciti a comunicare qualcosa, oltre la semplice promozione del proprio libro o del proprio lavoro.

Altri, nello spazio di un twitt hanno reso l’idea della frase dello scomparso J.D. Salinger “Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l’autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare a telefono tutte le volte che ti gira. Non succede spesso, però” ma al contrario: non vorresti aver mai saputo che taluni posseggono un account twitter o un blog o altro per la totale mancanza di consapevolezza del mezzo e la quantità di cose imbarazzanti che riescono a scriverci. Ma forse anche il contrario è vero: mitizzando troppo la figura dello scrittore, non gli concediamo nemmeno lo scivolone che li rende umani.

Tutti noi presenti in rete per passione o per lavoro, ci occupiamo di contenuti web e qui vale sempre la regola che farlo, non significa semplicemente, riempire degli spazi vuoti.

Significa investire, rischiare e costruire un legame con il lettore e per questo ci vuole, tempo dedizione, rispetto e attenzione. Forse questa è l’unica regola che vale davvero.