
Dopo aver scritto la classica frase a effetto “la rivoluzione è iniziata e io c’ero”, possiamo provare a fare il punto della situazione sulla scorta dei temi affrontati venerdì 15 gennaio presso Apogeo, durante l’incontro sugli ebook.
Vi riportiamo alcuni assunti che i relatori hanno posto sul tavolo della conversazione:
– Giuseppe Granieri: partendo dalla cultura digitale, ha rilanciato domandandosi “cosa” chiameremo libro e prospettando che si darà risalto al puro contenuto in luogo del contenitore e che il ruolo del lettore sarà fondamentale;
– Marco Croella: ha raccontato di come funzionano i supporti di lettura e di quale tipo di servizi si potrà parlare in futuro. Partendo dalla tecnologia E-ink – che simula e facilita la lettura – e arrivando all’importante dato di vendita degli ebook reader. Solo nel 2009, in Italia, ne sono stati venduti 25000 pezzi. Ha parlato della questione watermark e DRM. “Sono tecnologie disinnescabili”, ha detto senza troppi giri di parole. La strada da percorrere per gli Editori e la filiera tutta, non è decisamente quella della limitazione.
-Marco Ferrario: ha portato l’attenzione sul mercato delle case editrici che si basa sui diritti d’autore o si basa sulla domanda (testi scolastici, formazione). Ponendo l’accento sul tema del diritto d’autore ora come ora ha rilevato che costituisce un freno allo sviluppo del mercato digitale per l’atteggiamento conservatore degli attori in causa. Si legga come esempio il precedente di Randomhouse;
– Paola Mazzucchi: ha sollevato la questione dell’assegnazione dei codici ISBN per rintracciare, carta, digitale e altri formati ovvero la cosiddetta “tracciatura” degli ebook;
– Patrizia Villani: ha sviscerato il problema dei diritti ovvero il catalogo è il punto di forza degli editori ma gli autori avranno più scelta (esemplare è il caso di Paulo Coelho) e per la questione clausole contrattuali bisognerà mettere in chiaro la previsione del formato ebook oltre al cartaceo;
– Marco Ghezzi: ha cercato di immaginare il futuro. I rapporti e le figure coinvolte autore/editore/editor/agente letterario dovranno cambiare e cambieranno anche i rapporti economici; il mondo della formazione e della educazione (l’archivio digitale della casa editrice Il Mulino è d’esempio) sono un bacino fondamentale; i diritti in esclusiva diventeranno obsoleti a meno che non verranno concordati ma non saranno certo auspicabili considerati i numerosi canali possibili di distribuzione che si apriranno;
– Letizia Sechi: nello specifico ha raccontanto come materialmente nasce un ebook e in merito le figure professionali avranno le competenze tecniche per produrre il formato originale e le sue declinazioni, vi sarà la necessità di individuare gli elementi semantici da esportare; si dovrà tenere conto del formato stampa e digitale; si dovranno stabilire linee guida del processo avendo più formati per tutti i tipi di pubblicazione e si otterrà la moltiplicazione dei canali distributivi e più partecipazione dell’autore nella fase del processo;
– Giovanni Trezzi: ha chiuso parlando dei possibili service editoriali e in particolar modo ponendo l’attenzione a quei libri o quei testi fuori catalogo la cui ristampa avrebbe un costo decisamente più alto rispetto alla controparte in digitale, opportunità che manterrebbe vivi testi che diversamente andrebbero scomparendo.
Di argomenti di cui dibattere ve ne sono molti dal punto di vista tecnico, pratico e legale ma soprattutto, dal punto di vista realistico. Come possiamo pensare che il digitale non tocchi anche la sacra carta?
Le figure coinvolte saranno ridisegnate e se forse siamo troppo idealisti e romantici nel sostenere che davvero i lettori finalmente avranno un ruolo attivo (pensate ai refusi, alle correzioni) non potremo certo prescindere concretamente, dalla necessità di un filtro.
Figure fondamentali potranno essere gli editor che con la loro professionalità filtreranno il lavoro degli autori. L’Editore tout court come lo conosciamo oggi, è una figura che dovrà evolversi viste le possibili alternative di pubblicazione. Inoltre gli Editori in senso “classico” dovranno fare i conti con la domanda digitale dei contenuti che è altissima: il traffico peer to peer lo dimostra.
Concludiamo con una semplice considerazione: forse chiamaremo “libro” qualcos’altro o forse no ma è sicuro che il contenuto ovvero le parole, la narrazione pura, i testi potranno avere molte vite e questa è una cosa bellissima.
Bello il riassunto, Daniela! Non c’ero a conoscenza dell’evento, ma mi piace sapere come si stia svolgendo il mercato ebook in Italia.
Nessuno ha parlato di un formato universale? Sarebbe bello se le case editrice italiane potrebbero raggrupparsi e mettere tutto il loro supporto dietro un formato unico…magari così mostrerebbe al mondo che c’è ne bisogno di un formato universale e potrebbero prendere ispirazione dal mercato italiano. 🙂
Sara non esiste ancora un formato condiviso, magari! In questo caso si prospettano due strade o il più forte detterà il formato e di conseguenza il device con più capacità di decodifica avrà il sopravvento o l’esatto contrario, il produttore di device più forte influenzerà in qualche modo la produzione di formati.
ta- daaah
Io sto leggendo su iPad e devo dire che mi trovo abbastanza bene anche se il vecchio libro ha sempre fascino almeno per me.