Possiamo dire che il “turismo” non va mai in vacanza?
A quanto pare sì, ma soprattutto se si parla di turismo online.
Saranno i post qui sul nostro GGD, saranno le foto delle vacanze estive che continuiamo a guardare su Facebook… sta di fatto (conferma anche Google insight) che tutti – o quasi – geek e non, usano il web come fonte di informazione quando si tratta di decidere dove andare in vacanza (anche se poi, non sempre si parte).

Con il tema del viaggio (almeno quello online), con grande gioia io e Nadia cogliamo l’occasione di scrivere qui sul GGD Life (ringraziamo il team GGD per l’opportunità) per fare qualche piccola riflessione sul tema eTourism, noi che di turismo on-line ne facciamo un campo di ricerca presso il laboratorio webatelier.net dell’USI che si occupa di New Media for Tourism Communication.

Ma perché, dunque, può sembrare così interessante occuparsi di turismo online?

C’è da dire che quello del turismo è un settore instabile quanto affascinante. Il turismo è un’esperienza e come tale necessita di essere comunicata e in questo i contenuti generati dagli utenti hanno assunto un ruolo preponderante dell’information market di una destinazione online. Le decisioni d’acquisto di prodotti e servizi turistici sono ormai cambiate: i viaggiatori aspettano sempre di più la migliore offerta prima di fare l’acquisto e rimangono sempre più tempo online nel cercare informazioni sulle potenziali destinazioni. Le decisioni d’acquisto si mescolano quindi con l’aspetto sociale della rete dove i dialoghi online degli utenti (il cosiddetto eWord-of-Mouth attorno a una destinazione o hotel), vengono fruiti da altri utenti in qualsiasi fase di viaggio si trovino (ad esempio prima del viaggio in fase di pianificazione, oppure durante il viaggio o ancora al ritorno della vacanza molto spesso per condividere foto, video o scrivere reviews). L’online travel booking e il “fai-da-te”, sono l’unico canale in crescita del campo dell’hospitality con un aumento previsto del 10.5% nel 2009; e 11% nel 2010).

I numeri di chi scrive rispetto a chi legge rimangono ancora piccoli, ciò però non nega l’evidenza che Google può restituirci link che possono in qualche misura condizionare l’idea che abbiamo verso un hotel o una destinazione. Che siano pertinenti o meno rispetto alla mia ricerca, otterrò comunque delle informazioni. Essere aware è senza dubbio un passo avanti nell’intraprendere iniziative online. I risultati di uno studio della HeBS mostrano proprio come gli hoteliers abbiamo preso coscienza della portata economica della presenza online, spostando budget dall’offline all’online, focalizzandosi sul monitoraggio delle review, aumentando la pianificazione di adv nei siti social media, migliorando la search optimization e la paid search.

Ad oggi esistono numerosi servizi che offrono analisi sulla reputazione online per il settore turistico, tra tutti citiamo http://brandkarma.circos.com/ e http://traackr.com/. In tema di reputation control vi suggeriamo anche il motore di ricerca per persone: http://www.123people.com/.

Cercare quindi di capire le dinamiche di un ambito in crescita come quello dell’eTourism, capire come i consumatori ricercano e ottengono informazioni, su come organizzano e pianificano viaggi per business e leisure, seguirne i trend, identificare le implicazioni per gli utenti e la industry, sono senza dubbio delle belle sfide (in beta costante).

mailSe siete interessate/i a queste tematiche non potete mancare il 10-12 febbraio 2010 a Lugano, presso l’Università della Svizzera italiana, dove si terrà la 17esima edizione della conferenza di riferimento per l’Information and Communication Technology in Travel and Tourism: ENTER2010. Noi ci saremo, speriamo di vedervi in tanti.

Elena e Nadzeya

Elena Marchiori e Nadzeya Kalbaska si occupano di eTourism presso un laboratorio dell’Università della Svizzera Italiana e condividono con noi alcune riflessioni sul turismo on-line.