mamme

Immagine creata con Wordle

Alcuni anni fa, in agenzia, seguivo un cliente del settore del baby food. Io ero una web strategist e anche una mamma. Quindi poteva venire bene, considerato che la mia dispensa aveva appena iniziato a vuotarsi dei prodotti di quel cliente, per sopraggiunti limiti di età del pupo. Poteva venire bene anche perché più o meno in quel periodo avevo aperto un blog, e avevo iniziato a conoscere mamme straordinarie e straordinariamente diverse da quelle descritte nella slide intitolata “Target”.

Allora avevo detto al mio cliente: “Facciamole parlare, le mamme. Le mamme hanno bisogno di parlare con voi e anche tra loro, non sanno cosa farsene di un catalogo prodotti, quello lo possono consultare ogni volta che vanno al supermercato”. E loro (tutte donne, chissà come mai) risposero: “Le mamme non hanno tempo per queste cose”.

Il tempo ha dato ragione a me. Tanto lo sapevo già.

Le mamme blogger esistono da molto tempo; semplicemente sono diventate “fenomeno” di recente perché se ne sono accorti i media mainstream – e allora anche chi diceva che non avevano “tempo per queste cose” se ne è reso conto, con la tempestività che caratterizza certi mercati. Ma, per come io vedo la Rete, un fenomeno esiste indipendentemente dal fatto che i media mainstream lo benedicano.

Il fatto è che quando diciamo “mamma” ci viene in mente, nella migliore delle ipotesi, la nostra, di mamma. Nella peggiore, quella a cui vuole farci credere la pubblicità: una specie di microcefalo impegnato in maniera esclusiva nella cura della famiglia, che magari lavora anche, ma più che altro lo fa per hobby – chessò, ha una galleria d’arte.

La realtà però è diversa, e le mamme della Rete sono quelle più reali. Più consapevoli, anche. Ammettono le loro debolezze, che sono le stesse di tutte le mamme. Solo che loro lo dicono, perché in Rete non è necessario fingere di essere le mamme della pubblicità.

Ammettono le loro debolezze e i loro punti di forza, anche. Da un po’ di tempo, attraverso VereMamme, stiamo lavorando ad un progetto che abbiamo chiamato Powered by People. In pratica, un movimento di opinione che intende spiegare alle aziende come parlare (in Rete, ma anche no, se fosse necessario) al target mamme, che non ha più voglia di essere un target e basta. Stiamo lavorando ad un Manifesto, che presenteremo alla comunità delle mamme e anche alle aziende, in cui diciamo cosa ci va bene della comunicazione rivolta a noi e cosa invece non ci va, con tutti i suggerimenti per poter iniziare una conversazione proficua con noi.

Usiamo diversi strumenti, per fare questo (le occasioni per vederci di persona sono veramente poche, anche in considerazione del fatto che siamo sparse in tutta Italia): c’è il blog, naturalmente, ma anche un BlogCafé in cui chi vuole può partecipare come contributor, un wiki per lavorare insieme in diretta e un gruppo in Facebook.

Ancora prima che tutto questo fosse completato, abbiamo avuto una prima adesione: Barilla ci ha incontrato, e ha dedicato mezza giornata ad ascoltarci e a farsi ascoltare. Sicuramente faremo qualcosa insieme. Speriamo sia la prima di una lunga serie.

Giuliana

Giuliana Laurita, voleva essere una donna in carriera, e per un po’ è stato così, poi però si è trasformata in una Mamma in Corriera.